il racconto

La battaglia per la vita del guerriero Alberto Pattini: «Il tumore non è un tabù da nascondere, si può conviverci e aumentare di molto la qualità della vita»

Il noto politico combatte contro una forma molto rara della malattia: «La mia tesi di laurea tanti anni fa è stata sul farmaco antitumorale Bleomicina e ora mi trovo a constatare con mano la malattia». L’appello: «Non voglio leggere “mi dispiace” ma l'impegno di tutti per far aumentare la ricerca scientifica pubblica in Italia»



TRENTO. Ci vuole coraggio non solo nell’affrontare una malattia tremenda come un tumore, tra l’altro di un tipo molto raro, che getta ancor più nello sconforto chi lo subisce. Ma ci vuole ancor più coraggio nel palesarlo, nel dichiarare la propria malattia apertamente per lanciare un messaggio di speranza e soprattutto per dare conforto a chi si trova nella stessa situazione, incitandolo a tenere duro e lottare. 

Tutto questo sta succedendo ad Alberto Pattini, volto noto a Trento, consigliere comunale per più legislature, ex assessore e già presidente del consiglio comunale di Trento. La sua situazione l’ha voluta descrivere pubblicando un post sul proprio profilo pubblico di Facebook, per leggere «non tanto commenti "mi dispiace" ma l'impegno di tutti insieme, nel proprio piccolo, per far aumentare la ricerca scientifica pubblica in Italia, perché si può sconfiggere».

«Ci vuole coraggio, determinazione nel reagire, voglia di vivere e speranza da vendere – scrive Alberto Pattini - quando la biopsia diagnostica un tumore maligno al bronco sx, chiamato Carcinoide atipico, con interessamento anche dei linfonodi toracici. E' un tumore neuro-endocrino molto raro (sei casi su 100.000), per il momento non operabile; ieri dopo 45 giorni di esami diagnostici al reparto di pneumologia di Arco ed un consulto all'istituto europeo oncologico di Milano (in Italia ci sono solo due centri specialisti in tumori neuro-endocrini) ho iniziato finalmente la terapia del primo ciclo con un analogo della Somatostatina a lento rilascio presso il centro oncologico di Trento. Il tumore non è un tabù da nascondere in quanto si può conviverci ed aumentare di molto la sopravvivenza e la qualità della vita. La mia tesi di laurea tanti anni fa è stata sul farmaco antitumorale Bleomicina ed ora mi trovo a constatare con mano la malattia. Gli effetti collaterali della terapia si sono già manifestati, ma voglio reagire con forza "come se non ci fosse" e continuare ad amare la natura e la bellezza del Trentino che mi ha dato tante emozioni. Il messaggio che vorrei trasmettere a chi si trova nella stessa condizione è quello di combattere con tutte le forze questa malattia del secolo che anno dopo anno aumenta sempre di più».













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