La banda del buco a caccia di occhiali

I ladri per evitare l’allarme passano da un altro negozio. Prima forano la parete sbagliata, poi trovano il passaggio giusto


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Banda del buco un po’ pasticciona all’opera l’altra notte al centro commerciale di Isera sulla Destra Adige. Ma i ladri non si sono persi d’animo quando si sono accorti di aver sbagliato buco. Hanno riprovato qualche metro più in là ed è andata bene (per i ladri, ovviamente): sono passati da un negozio di ausili ortopedici per raggiungere il vero obiettivo e svaligiare un’ottica portando via centinaia di montature di occhiali e attrezzatura. Tanta fatica ma ricco il bottino che supera i 40.000 euro.

Non ha nulla da ridere Efrem Riccobon, titolare dello Studio ottico 31, nemmeno pensando alla scena dei “Soliti ignoti” che sbagliando un buco nella parete si ritrovano in un appartamento a mangiare piuttosto che in un negozio da ripulire. Per entrare nell’ottica la banda ha scelto di passare attraverso la Rizzoli ortopedia con la quale confina e che non ha, a differenza del negozio di occhiali, un sistema di allarme. Dopo aver forzato in due punti la porta d’ingresso, i ladri sono passati nel magazzino e armati di mazza hanno cominciato a colpire la parete. Ma avevano fatto male i calcoli visto che si sono trovati nel mezzo di una canna fumaria. Quindi: nulla da fare, da lì non si passa.

Mollare tutto e tornarsene a casa? Nemmeno per sogno: un paio di metri più in là ed i mattoni hanno ceduto via via ai colpi dei ladri che in un battibaleno si sono così ritrovati nel bagno dello studio ottico. E lì si sono mossi con accortezza evitando di far scattare il sistema d’allarme. Dagli espositori e dai cassetti hanno arraffato tutte gli occhiali e le montature di marca. Ma non si sono accontentati: hanno prelevato una molatrice elettrica per il taglio delle lenti. «Devono essere stati più di uno per far un lavoro simile - dice sconsolato Riccobon - E devono aver lavorato su commissione visto che non hanno toccato né il televisore né il computer e il telefono. Non posso immaginare chi possa essere stato anche perché nei giorni scorsi non ho visto facce nuove o “sospette” aggirarsi per il negozio. Sono quasi cinque anni che sono qui e non era mai successo nulla. E ora mi tocca ricominciare di nuovo...» conclude Riccobon con un groppo alla gola mentre cerca di mettere in ordine il negozio svaligiato.

L’allarme, visto che il sistema di protezione non è scattato, è stato dato soltanto ieri mattina e i ladri hanno avuto così tutto il tempo per allontanarsi indisturbati. Ora del furto si occupano i carabinieri del nucleo operativo di Rovereto che hanno effettuato i rilievi delle impronti digitali nella speranza che possa servire per scoprire la banda del buco.

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