L'Upt mette «a dieta» il Comune

Trento, proposto un taglio dei consiglieri del 25%. Più peso alle circoscrizioni


Alessandro Maranesi


TRENTO. Un taglio netto al numero dei consiglieri comunali, addirittura superiore al 25%, che passerebbero da 50 a 35 (o, al massimo, 40). Ma anche una diminuzione che tocca il 30% in alcuni casi nei consigli di circoscrizione. Un colpo di mannaia più che una sforbiciata per riformare il funzionamento del comune di Trento. La proposta è stata avanzata ieri dall'Upt.
«L'idea è quella di portare questo progetto a compimento entro la fine della legislatura per farla funzionare con le prossime elezioni: la dialettica anche all'interno del partito è stata notevole per arrivare al documento definitivo ma ora siamo pronti al confronto con gli altri soggetti politici presenti in comune» - afferma Umberto Saloni, che della proposta è una delle menti.
Il progetto, oltre a tagliare i consiglieri, modificherà radicalmente anche il funzionamento delle circoscrizioni, spesso al centro delle polemiche perché considerate troppo costose se non inutili: «Noi riteniamo che rappresentino uno strumento fondamentale per il governo del territorio. Sono un organo di vicinanza importanza e non è vero che costano troppo: un consigliere, impegnato in sedute e commissioni, riceve 1.100 euro lordi all'anno» - spiega l'assessore Renato Tomasi, fresco di vittoria sulla vicenda del tempio crematorio. Quindi niente accorpamenti, ma una riduzione di consiglieri accompagnata da un potenziamento di funzioni. Centrale, nel nuovo consiglio comunale sarà infatti il "Consiglio dei presidenti di circoscrizione", un organo di raccordo fra rioni e sobborghi e comune. L'organo, che al momento non è istituzionalizzato ed ha soli ruoli consultivi, secondo il prospetto presentato dall'Upt avrà invece anche un ruolo decisionale.
Il rapporto più stretto con quelli che, ricorda il presidente della terza circoscrizione Sergio Cappelletti, «prima della "grande Trento" fascista erano spesso comuni con caratteristiche ed esigenze ben definite» passerà però anche per una maggiore efficienza del consiglio comunale. La riforma del regolamento così come è stata prevista, infatti, «equivale a costi minori, maggiore capacità di investire il proprio tempo e, soprattutto, concentrarsi sulle esigenze delle persone» - spiega il segretario cittadino dell'Upt Nicola Ferrante. Anche perché, spiega il capogruppo comunale dell'Upt, Franco Micheli, «vogliamo che tutti possano esprimersi ma anche evitare che un argomento blocchi i lavori per sette sedute di fila». E anche se l'assessore Tomasi nega riferimenti, chissà se pensando a queste parole gli sono passate in testa le scene di ostruzionismo viste le scorse settimane.













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