L’Upt: «Cambiamo nome al centrosinistra»
Passamani al vertice di maggioranza: formazione nuova, «Insieme per il Trentino». Ma il Pd non vuole rinunciare al simbolo
TRENTO. Gino Bartali avrebbe detto: «L’è tutto da rifare». Solo che Gianpiero Passamani viene da Levico e non da Ponte a Ema in Toscana e, tra parentesi non ha neanche vinto tre Giri d’Italia e due Tour de France. Però prova a conquistare il tappone dolomitico costituito dalle elezioni provinciali del prossimo ottobre e così adotta il verbo di Bartali. Che, tradotto in politichese degli anni duemila, suona così: «Bisogna cambiare schema». Poco più di uno slogan che, però, ieri il capogruppo dell’Upt ha cercato di riempire di contenuti alla riunione del centrosinistra autonomista che si è tenuta nel pomeriggio nella sede del Pd. E il primo contenuto è stato scioccante per tutti gli altri partner: «Via il nome centrosinistra autonomia che suona vecchio e avanti con un nome come Piattaforma per il Trentino o Insieme per il Trentino. E i partiti dovrebbero rinunciare al proprio simbolo per entrare in questo contenitore». Insomma una specie di fronte popolare da opporre alla Lega e a Forza Italia. Ma gli alleati, a parte il concetto di fronte popolare che in Italia non ha storicamente portato bene a chi l’ha portato avanti, hanno iniziato a fare spallucce. In molti hanno contestato il nome. Il segretario del Pd Giuliano Muzio dopo l’assemblea dell’altra sera, nella giornata di ieri aveva elaborato un documento che proponeva, e propone ancora, il nome di Alleanza Trentina Autonomista. Ma il problema non è il nome. Il problema sono i simboli e l’identità dei vari partiti. Il Pd non ha nessuna voglia di rinunciare al proprio, di simbolo, e non ha neanche voglia di sciogliersi in una melassa autonomista progressista con l’Upt e il Patt. Del resto dalle parti di via Torre Verde sono convinti di essere rimasti gli unici, o quasi, con un pacchetto consistente di voti. Uno zoccolo duro che al Pd non va per nulla di disperdere andando dietro a progetti più o meno improvvisati. Così Muzio, che nella delegazione di ieri era affiancato come al solito da Donata Borgonovo Re e da Alessio Manica, ha fatto sapere di non avere il mandato per prendere decisioni del genere. Dal canto suo il Patt continua a insistere per la conferma di Ugo Rossi alla guida della coalizione. Il presidente già in passato aveva proposto il nome di «Noi per il Trentino», ma senza giungere nemmeno a ipotizzare lo scioglimento dei singoli partiti.
Quello che è sicuro è che, più passa il tempo e meno spazio c’è per cambiare il candidato presidente. Muzio ha sempre in tasca il nome di Monica Baggia, ma le possibilità che riesca a imporla sono ridotte al lumicino. Per questo motivo il segretario nel documento che ha stilato ieri chiedeva anche di decidere al più presto. Entro tre o quattro giorni al massimo. Un lasso di tempo stretto che difficilmente servirà per sciogliere i mille dubbi che assalgono una coalizione stretta dalla paura di perdere. (u.c.)