L'orso ricompare a Proves e ferisce a morte una cavalla
Secondo attacco in pochi giorni a un animale domestico
PROVES. L'orso è tornato ad attaccare un animale domestico in Alta Val di Non, al confine con l'Alto Adige. Dopo il vitello trovato ucciso sui prati della Kesselalm nel Comune di Proves, stavolta a far le spese dell'appetito del plantigrado è stato un cavallo nei pascoli del Maritscherberg, sempre a Proves.
Gli uomini della Forestale non hanno dubbi sul fatto che possa trattarsi di un nuovo attacco da parte di un orso, anche se il cavallo, una femmina di un anno e mezzo, probabilmente è stato solo mortalmente ferito. E' andato infatti a morire poco distante, dove poi è stato oggetto di attenzioni di altri animali selvatici, che hanno in parte scarnificato il cranio.
"Eppure, a conoscere la biologia dell'orso, non ci si deve meravigliare eccessivamente. Si tratta - sostengono gli esperti che hanno supportato il progetto Live Ursus in Trentino - di un predatore e, soprattutto in questo periodo di fine estate, deve riprendere il peso perso per il riposo invernale. Solo che, in alcune situazioni può trovare conveniente uccidere animali domestici, se non custoditi in maniera idonea".
L'Alto Adige deve ancora mettere in atto quei meccanismi di difesa attiva e sorveglianza, che invece, se regolarmente attuati (come ad esempio nell'Appennino centrale), consentono una convivenza con il predatore. Secondo Massimiliano Rocco, responsabile della sezione specie animali di Wwf Italia, dietro questi fenomeni di predazione possono esservi tecniche zootecniche non adeguate alla presenza dell'orso. Per Rocco, "devono cioè essere attuati piani di prevenzione sui sistemi di allevamento, come recinzioni elettrificate o cani pastore utili a tenere distante il predatore. Senza, può capitare che un orso trovi più vantaggioso nutrirsi di animali domestici che non di quelli selvatici".