L'orrido diventa attrazione turistica

Provincia e Comune: «Entro due anni riaprirà l'antico camminamento»


Luca Pianesi


TRENTO. L'orrido di Ponte Alto, dopo quindici anni, tornerà a vivere. Lo hanno promesso ieri gli assessori all'ambiente e mobilità di Comune e Provincia, Michelangelo Marchesi e Alberto Pacher, che si sono impegnati, entro 2 anni, a ripristinare l'antico sentiero che dalla Valsugana scende fino alle pendici del Fersina seguendo uno spettacolare salto del torrente di oltre 60 metri d'altezza. Tutto il camminamento, un suggestivo percorso fatto di scalini, scale a chiocciola, muretti a secco e cemento armato di epoca austriaca che conduce fino a dietro alla cascata, passando attraverso un canyon di roccia carsica, fu costruito nei primi dell'800 dalla famiglia Fontanari, che già all'epoca intuì le potenzialità, dal punto di vista turistico, di una zona che racchiude in sè storia, natura e scienza.

«La "serra di Ponte Alto" - spiega Elena Dai Prà, professoressa del dipartimento Beni culturali dell'università di Trento che insieme all'Ecomuseo dell'Argentario e alla Fondazione Cassa Rurale stanno lavorando a un progetto di ricerca che riguarda il sito - fa parte di un complesso più articolato di "salti" voluti nel 1537 da Bernardo Clesio, per rallentare e regolare il flusso d'acqua del torrente che annualmente esondava con gravi conseguenze per Trento e tutta la valle dell'Adige.

Con la rettifica del corso dell'Adige si sono migliorate anche le "serre" del Fersina e se ne sono sfruttate le capacità dal punto di vista della produzione energetica. Quando nell'800 il luogo divenne di grande interesse turistico la famiglia Fontanari vi costruì il camminamento che scende attraverso i 110 metri di fosso ed all'altezza della Valsugana sorsero due ristoranti». Franca Fontanari, attuale proprietaria dei due edifici, ancora esistenti, aggiunge: «Durante la seconda guerra mondiale i ristoranti vennero adibiti a base operativa tedesca e vennero completamente rasi al suolo. La mia famiglia attese la fine della guerra in un rifugio antiaereo, sotto l'attuale ristorante, ed è tuttora proprietaria della villa attigua e di tutto il camminamento dell'orrido di Ponte Alto che abbiamo lasciato aperto al pubblico fino a una ventina di anni fa. Poi ragioni di sicurezza e di gestione - precisa - non ci hanno più permesso di renderlo visitabile».

Il Comune, dunque, dovrà acquistare dal privato il sentiero, metterlo in sicurezza, ripristinarlo e riqualificarlo. Le amministrazioni locali si sono già espresse favorevolmente, infatti sia la circoscrizione di Povo che dell'Argentario hanno votato in passato documenti al riguardo e Provincia e Comune sembrano concordi nell'iniziare al più presto le operazioni di esproprio. «Renderemo praticabile il camminamento, al massimo entro due anni», conclude l'assessore Pacher. «L'opera già esiste e i costi saranno contenuti: potremo ritrasformare Ponte Alto in un polo di grande attrazione turistica».













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