L’ombra del caso Zappini sul voto degli infermieri
Nella seconda tornata quorum abbondantemente superato: alle urne in 815 (il 19%) Intanto il consigliere Cia chiede la sospensione della dirigente della Centrale unica
TRENTO. Questa volta il quorum è stato abbondantemente superato, ma durante il voto per il rinnovo del Consiglio direttivo del collegio Ipasvi l’attenzione di tutti era concentrata sull’inchiesta della Procura che vede coinvolta la presidente uscente Luisa Zappini. Nei giorni scorsi il suo nome è stato iscritto sul registro degli indagati dal procuratore capo Marco Gallina, con l’ipotesi di truffa ai danni della Provincia: secondo l’accusa, fruendo dei permessi di cura per l’assistenza a un familiare, la dirigente della Centrale unica dell’emergenza (Cue) sarebbe andata alle Maldive, a Parigi e a presiedere il seggio per le elezioni Ipasvi, nella precedente tornata, quella che fu annullata nel novembre scorso per mancato raggiungimento del quorum.
Ieri e nei due giorni precedenti invece, nella nuova sede di via Maccani, Zappini era assente per malattia, circostanza che le ha impedito di svolgere il ruolo di presidente di seggio - che spetta al presidente uscente appunto - sostituita dalla vice Federica Bresciani.
In totale hanno votato 815 iscritti su 4.383, il 19%, il doppio che in novembre, con il quorum che era fissato a quota 439.
Nel dettaglio hanno partecipato al voto 775 infermieri, 30 assistenti sanitari e 10 vigilatrici di infanzia (infermiere pediatriche).
Ieri i partecipanti sono stati 205, sabato 297 e venerdì 313.
I nomi da votare erano fino a un massimo di 19 (15 consiglieri, 3 revisori e 1 supplente revisore). Alle 15 la chiusura delle urne e l’inizio dello spoglio, che si è concluso a notte inoltrata.
Oggi conosceremo i nomi degli eletti. Il presidente e le altre cariche saranno nominate nel corso della prima seduta del direttivo, nelle prossime settimane.
Due le liste, in una delle quali è ricandidata Luisa Zappini.
Sull’indagine intanto interviene Claudio Cia, consigliere provinciale di Agire per il Trentino: «A seguito di questo ennesimo scandalo che coinvolge un personaggio di primo piano dell’amministrazione pubblica - scrive in una nota diramata ieri - è opportuno che la Provincia autonoma di Trento faccia valere il principio della sospensione in autotutela della persona indagata che tra l’altro risulta soggetta ad altra indagine per il presunto taroccamento del concorso pubblico, poi annullato, che investiva il Cue e ripreso anche dai media nazionali». Per Cia, «se la Procura confermerà le accuse la Provincia non potrà che costituirsi parte civile: lo deve ai suoi dipendenti e a tutti i cittadini che rappresenta, offesi e schifati da questi abusi».