L’Idv lascia il simbolo e diventa civica

Smeraglia: «Abbiamo voltato pagina, basta vecchi tromboni. I grillini protestano, noi vogliamo governare»


di Chiara Bert


TRENTO. L’Italia dei valori si presenta alle elezioni del 27 ottobre con un nuovo simbolo e un nuovo nome, Civica valori e diritti, nel centrosinistra autonomista a sostegno di Ugo Rossi candidato presidente. Bruno Firmani, consigliere provinciale uscente, se n’è andato sbattendo la porta non condividendo il nuovo corso del partito. La consigliera comunale Giovanna Giugni ha lasciato anche lei e oggi si candida nella lista di Sel. Marco Ianes è passato ai Verdi. Del gruppo dirigente è rimasto Salvatore Smeraglia, segretario e oggi capolista di una squadra di 30 candidati: se si escludono Ilaria Betta, consigliere comunale ad Arco, e Maristella Bott, responsabile dei giovani dell’Idv, gli altri non hanno esperienze politiche alle spalle. «La lista è nata da un’idea lanciata su internet, abbiamo chiesto chi voleva candidarsi con il nostro progetto», spiega Smeraglia, «siamo l’unica civica del centrosinistra, ci rivolgiamo a chi non è schierato. Siamo un progetto aperto ma l’Idv c’è, ha scelto di presentarsi senza il vecchio simbolo». I candidati sono 30, dieci le donne: si va dallo studente al medico, dalla direttrice di banca all’insegnante, dal musicista all’artigiano, dal pensionato alla casalinga. In quattro (Giuseppe Flore, Vincenzo Grimaldi, Massimiliano Briuolo e Antonio Peca) lavorano i primi due nell’esercito e i secondi al ministero della difesa, e sono candidati in quota Partito nazionale dei diritti espressione delle istanze delle forze dell’ordine.

Una svolta dunque, sulla quale - assicura il segretario Idv - «le vicende giudiziarie nazionali che hanno trascinato il partito nella bufera non hanno pesato più di tanto. Al 90% i nostri iscritti sono rimasti, siamo 350. In pochi sono passati con il Movimento 5 stelle, qualcuno si è anche candidato con loro». E proprio i Cinque Stelle oggi sembrano pronti ad intercettare quel voto di protesta contro la casta e il palazzo che fino a qualche anno fa era uno dei cavalli di battaglia del partito di Antonio Di Pietro. «Non è così - dice Smeraglia - per noi parlano i fatti, non siamo una forza solo di protesta ma di proposta. Su acqua pubblica e nucleare abbiamo raccolto le firme e vinto la battaglia. Così in consiglio provinciale sulla riduzione delle indennità. Grazie ai grillini rischiamo di ritrovarci Grisenti al governo. Stare all’opposizione e denunciare è sterile, noi non siamo per il no a prescindere, noi vogliamo governare».

Sugli ex che se ne sono andati, il giudizio è tagliente: «Il partito ha fatto una scelta di coerenza, abbiamo detto basta con chi faceva il trombone e non guardava in casa propria. In politica conta l’essere, non l’apparire». Promosso invece Ugo Rossi: «Stiamo lavorando bene, a cominciare dal programma». E a livello programmatico la Civica valori e diritti ha messo al primo posto degli impegni il diritto al lavoro: salario minimo d’ingresso per i giovani, ammortizzatori sociali anche ai precari, copertura di malattie e maternità anche per le partite Iva con reddito sotto i 20 mila euro, norme più efficaci per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. E poi sussidiarietà nel welfare, lotta alla burocrazia, rilancio della crescita riducendo il costo del lavoro. Netto il no alla Valdastico, archiviazione per Metroland. In primo piano anche cultura, ricerca e innovazione e università come traini dello sviluppo del territorio. Oggi da piazza Dante partirà il tour elettorale per i Comuni del Trentino: in camper.

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