L’ha spuntata il Cafè de la Paix 

Il brulè di protesta si è trasformato in un brindisi: il gas è stato allacciato, il locale riapre lunedì 12


di Paolo Piffer


TRENTO. Ce l’hanno fatta. I ragazzi dell’associazione Dulcamara (Massimiliano Cadrobbi, Giacomo Matassoni, Simone Caldara, Gabriele Fadanelli e Margherita Rizzonelli), tutti tra i 25 e i 26 anni, riapriranno il Cafè de la Paix venerdì prossimo (12 gennaio). L’inaugurazione è in programma alle ore 16. Il riscaldamento si è acceso. Ieri mattina è arrivata una telefonata da Novareti, il fornitore locale del gas, che, su incarico di Edison (società con la quale è stato sottoscritto il contratto), ha mandato i tecnici che hanno provveduto all’allacciamento (avrà contribuito anche quanto scritto dal Trentino nei giorni scorsi?). Un’utenza richiesta da oltre un mese che ha fatto slittare l’inaugurazione prevista ieri pomeriggio. L’annunciato vin brulé di protesta per il ritardo si è trasformato in un brindisi alla riapertura di un locale, in passaggio Osele (tra via Suffragio e piazza Mostra), chiuso ormai da alcuni mesi e che in passato ha avuto momenti difficili, tra proteste dei vicini per i rumori, ordinanze sindacali che ne hanno limitato l’attività e il malumore di diversi gestori che l’anno spesso percepito come un concorrente “sleale”, visto l’appoggio da parte del pubblico (i locali sono dell’Itea, il sostegno del Forum Trentino per la pace fin dall’apertura, nel 2012). E a questo proposito, Cadrobbi, presidente dell’associazione, nel corso di una conferenza stampa ha detto che “il circolo (il Cafè è infatti un circolo Arci) si servirà della somministrazione, insomma del bar, in chiave non-commerciale ma come canale di autosostentamento per pagare le spese di affitto, di utenza nonché le iniziative culturali. L’aspetto della somministrazione interna avrà sempre un legame indissolubile con quello culturale e sociale. L’offerta dei prodotti si baserà sulla sostenibilità ambientale e la valorizzazione della produzione locale”. Il Cafè de la Paix rimarrà aperto dal martedì alla domenica dalle 15 alle 22 (non più, come nella precedente gestione, anche la mattina e fino a mezzanotte). Almeno in questa prima fase non farà più da mangiare ma proporrà buffet e merende. Andrea La Malfa, presidente provinciale dell’Arci, ha sottolineato che “per noi era importante che questo luogo non chiudesse definitivamente per continuare nel recupero e la riqualificazione di una zona degradata. Inoltre, guardiamo al Cafè come un ritrovo sociale e culturale”. In programma incontri, dibattiti, presentazione di libri, corsi di lingue straniere, laboratori e workshop, spettacoli di teatro, cabaret, reading musicali, serate di poesia, proiezione di film, esposizioni artistiche e mostre fotografiche. “Anche qualche piccolo concertino acustico, se ci metteremo d’accordo con il vicinato”, ha sottolineato Cadrobbi. Massimiliano Pilati, presidente del Forum Trentino per la pace, ha affermato che “dopo periodi di chiaro-scuro il Cafè torna ad essere non un normale pub ma un posto dove socialità e cultura ne saranno la ragione sociale”. “Sarà un presidio culturale a artistico – ha concluso Cadrobbi – permeabile alle contaminazioni di chiunque volesse dare, in prima persona, il proprio contributo”.













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