L’auto giù per 120 metri Matteo salva la mamma 

È successo a S. Valentino in Campo vicino al confine con la valle di Fiemme L’auto vola nel burrone e la madre resta intrappolata, il figlio corre e trova aiuto


di Luca Fregona


BOLZANO. Questa è una vera storia di Natale. Un bambino di 6 anni, un piccolo eroe, che in una sera fredda e gelata, sfida il buio, la paura, gli ululati del vento, per salvare la mamma, imprigionata tra le lamiere dell'auto finita in una scarpata.

È successo l'antivigilia di Natale a San Valentino in Campo, un paesino arroccato tra le montagne a nord di Bolzano, a mille metri di quota ed a pochi chilometri in linea d’aria dal confine con la valle di Fiemme. Matteo e la mamma Edna si mettono in viaggio nel tardo pomeriggio con la loro "Clio" verso la città. Devono raggiungere la sorellina Valentina e il papà, Michele Valorzi, capogruppo degli Alpini dei Piani, nella sede di via Premstaller, per il brindisi natalizio delle penne nere.

La strada è brutta, ghiacciata, piena di tornanti.

Edna e Matteo fanno sempre un gioco per rendere il tragitto meno "pauroso".

Vedo una stella, vedo un albero, vedo la luna... Ma poi, in un tratto male segnalato e senza guardrail, l'auto gira su se stessa, sbanda, e precipita nella scarpata. Un volo nel vuoto 120 metri.

Quando Edna e Matteo si riprendono, sono imprigionatati tra le lamiere dell'abitacolo. La Clio è distrutta. Edna sta male. Non può muoversi, è incastrata. Matteo capisce al volo. A parte lo shock, lui sta bene. Riesce ad uscire dal finestrino rotto. Tranquillizza Edna. «Mamma sto bene, vado a cercare aiuto. Non avere paura». Anche lui ha paura, e tanta, ma non lo dice. Guarda in alto, vede i fari delle auto. Ma è impossibile risalire il pendio. Fa freddo. Sono 10 gradi sotto zero. È buio pesto. Intorno solo ghiaccio e neve.

Matteo vede delle luci lontane, forse un maso. In mezzo c'è il bosco, fitto e minaccioso. Matteo cammina. Tra alberi alti come giganti e rumori "mostruosi" di vento e animali. Matteo corre. Corre veloce, col fiato che gli resta in gola. Attraversa un ruscello ghiacciato. Sceglie il sentiero giusto, evita un altro burrone. Dopo 600, forse 700 metri di abeti e larici, vede avvicinarsi le luci del maso. Fuori, sull'aia, c’è un cane. Di quelli grossi, capaci di far scappare volpi e orsi. Il cane abbaia. Matteo sa cosa fare, ne ha anche lui uno a casa. Il suo si chiama Mirò. Si avvicina. Gli parla piano. Parole dolci. Il cane capisce, si calma. Matteo lo accarezza.

«Devo salvare la mia mamma», sussurra al cane da guardia. Il cane capisce che il bambino non è una minaccia e gli fa strada. Non c’è tempo da perdere. Matteo raggiunge il portone. Bussa. Trova subito riparo ed aiuto. I contadini chiamano la Croce Bianca. Matteo al telefono spiega cosa è successo e dove, più o meno, è avvenuto l'incidente. San Valentino è un paese piccolo. I soccorritori conoscono lui e la mamma. Lui si fida di loro, loro di lui. Li guida nel posto esatto. Intanto, papà Michele, preoccupato perché al telefonino di Edna non risponde nessuno, prende la macchina e risale la strada. Passa accanto alla curva maledetta, ma non vede niente.

Si dispera. Ma dove sono? Cosa può essere successo? Arriva in cima e torna indietro. Poi vede i vigili del fuoco. «Hanno avuto un incidente - gli dicono con delicatezza -. Tuo figlio ha salvato Edna. se fossero rimasti lì, sarebbero morti di freddo». Ora Edna, 38 anni, è ricoverata all'ospedale San Maurizio in prognosi riservata. È in condizioni serie ma non rischia la vita. Matteo è sempre accanto a lei, all’ospedale, in questi giorni di festa che hanno rischiato di trasformarsi in tragedia. Ma la famiglia è di nuovo riunita, ci sono anche papà e Valentina.

E finalmente è Natale.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.