L’anti-Zara sbarca al posto di Bonfioli

In via Oss Mazzurana arriva il colosso spagnolo Mango. Addio dopo 122 anni per l’ex pellicceria: «Fermati dalla crisi»


di Luca Marognoli


TRENTO. Si chiude una pagina di storia del commercio legata intimamente alla città da 122 anni e se ne apre un’altra nuova, che riflette la globalizzazione e i grandi e irrefrenabili mutamenti che attraversano il mondo della moda. Il 31 dicembre abbassa le serrande Bonfioli, ex pellicceria recentemente convertita in cappelleria e negozio di calzature ed accessori, per lasciare posto a Mango, una specie di anti-Zara (anch’essa made in Spain) che opera nel campo della realizzazione, produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento e complementi da uomo e da donna.

“Tempio” delle teenagers e di chi apprezza la nuova concezione della moda “cheap and chic”, attenta alle ultime tendenze ma anche al portafoglio, Mango è la seconda azienda esportatrice nel settore tessile spagnolo e conta oltre 2.415 punti vendita distribuiti in più di 107 paesi nel mondo. A Trento avrà a disposizione una superficie di circa 400 metri quadrati, distribuiti su due piani, in una posizione centralissima: via Oss Mazzurana, proprio a fianco del Teatro Sociale. L’apertura avverrà nei primi mesi del 2013, quando i locali saranno stati adeguati allo stile scelto dall’azienda per presentarsi alla clientela. Il format ripropone lo stesso ambiente in tutti i suoi punti vendita: una filosofia analoga a quella di altri concorrenti di grande fama, come H&M, i cui negozi vengono presi d’assalto da torme di clienti a caccia di capi modaioli e a prezzi decisamente competitivi. Mango è nota anche per avere legato la sua immagine a quella di Kate Moss, icona di stile, nella sua ultima campagna pubblicitaria.

L’approdo della catena spagnola nel cuore del Giro al Sass corrisponde all’addio di un negozio che vanta una tradizione ultracentenaria. Fu fondato nel 1890 da Alfredo Bonfioli, trisnonno di Alessio Goio, che ci lavora oggi assieme alla mamma Marcella Ossena. Dopo i fasti e il successivo calo di popolarità delle pellicce, fu trasformato in cappelleria otto anni fa e sottoposto a un intervento di restyling tre anni fa, divenendo rivendita anche di calzature e pelletteria da donna. In vetrina spiccano modelli di diverse fogge e materiali firmate da Borsalino, celebre marchio di cappelli, oltre a borse, a caschi da motociclista decisamente trendy e ad accessori vari, tutti scontati dal 30 all’80%. «Il contesto economico è difficile e preferiamo tirare i remi in barca», dice Goio, nipote per parte di padre dell’ex sindaco di Trento Adriano. Un approccio decisamente realista: «Se uno non vuol fare danni è bene che capisca quando è il momento di fermarsi. E noi non siamo abituati a fare passi più lunghi della gamba». Peccato, perché dei segnali positivi c’erano stati: «Fino a settembre cappelleria e calzature erano in crescita, ma l’attività non è più economicamente conveniente ed è diventato molto pericoloso cercare di contrastare la crisi». Per Davide-Bonfioli, insomma, è meglio lasciare spazio a Golia-Mango, il quale però dovrà pagargli l’affitto visto che l’immobile è di proprietà familiare. Il domani è pieno di incognite ma Alessio Goio è sereno: «Vedremo come reinventarci, se capiterà l’occasione. Ma è difficile in questo momento immaginare qualcosa per il futuro».

Si continua a parlare, intanto, e lo si fa da anni, di un possibile approdo a Trento di Zara, che è forse il colosso più affermato della moda giovane e per tutte le tasche. Sicuramente il capoluogo ha avuto molti più problemi ad aprirsi alle grandi catene rispetto alla vicina Bolzano, per non parlare delle città venete. Il “caso della settimana” del Trentino si occuperà proprio dell’alta permeabilità locale a questi nuovi importanti “players” commerciali. Il caso di Pellizzari, in via del Suffragio, chiuso da 2 anni e le cui vetrine sono desolatamente coperte da pannelli neri, è emblematico.

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