L’Anffas: «Norme severe sugli appalti di servizi» 

Trento. L’Anffas chiede alla Provincia modifiche “anche di rilievo, alle procedure e ai criteri che dovranno disciplinare l’affidamento dei servizi da parte degli enti pubblici competenti ai soggetti...



Trento. L’Anffas chiede alla Provincia modifiche “anche di rilievo, alle procedure e ai criteri che dovranno disciplinare l’affidamento dei servizi da parte degli enti pubblici competenti ai soggetti del terzo settore titolari di accreditamento”. In pratica, il regolamento approvato dalla precedente giunta provinciale contenente i requisiti per l’accesso alle gare e che attualmente è in una fase transitoria di applicazione sarebbe troppo lasco e non sufficientemente stringente. L’associazione che si occupa di persone con disabilità intellettive e/o relazionali teme una sorta di “concorrenza sleale” da parte di soggetti e organizzazioni che potrebbero offrire servizi con minore qualità a prezzi stracciati. Le preoccupazioni sono state espresse ieri dal presidente Luciano Enderle nella sala “don Guetti” di via Vannetti dove si è svolta l’assemblea generale.

I soci hanno approvato il bilancio consuntivo 2018. I ricavi sono stati pari a 20milioni 758mila 215 euro mentre i costi ammontano a 20milioni 662mila 587 euro con un utile, quindi, di 95mila 628 euro. Il 95% del bilancio dell’associazione è coperto dagli affidamenti da parte dall’ente pubblico, tra Provincia, Comunità di valle, Comuni di Trento e Rovereto e Azienda sanitaria. Sono 843 le persone seguite con un migliaio di progetti individuali, 35 i centri sparsi sul territorio che offrono 54 tipi di servizio, 400 i soci, 597 i collaboratori contrattualizzati e 380 i volontari.

Altre criticità espresse da Enderle riguardano il finanziamento pubblico degli interventi di co-progettazione coperti dal pubblico al 90%. “La quota rimanente del 10% - ha sottolineato il presidente – può risultare assai difficile da reperire per un’organizzazione privata senza fini di lucro come la nostra. Vi è inoltre preoccupazione – ha proseguito – per l’applicazione ai servizi socio-assistenziali, socio-educativi e socio-sanitari del criterio di carattere generale della rotazione in tema di affidamenti che metterebbe a rischio esigenze di continuità, stabilità e radicamento territoriale delle persone prese in carico”. Il presidente dell’associazione ha quindi fatto un excursus di alcuni nuovi servizi offerti che hanno bisogno di essere tarati come di tanti altri ormai a pieno regime.

Tra i primi, le attività del Quadrifoglio, nucleo riabilitativo e socio abilitativo per l’età evolutiva della Nuova casa Serena a Cognola, “il quale necessita di assicurare comunque le retribuzioni agli operatori anche a fronte di un tasso di assenze di circa il 30% dei giovani utenti dovuto a particolari situazioni”. Oppure il Progetto H24 per persone anziane con disabilità, sempre a Cognola, per il quale si auspicano “interventi strutturali” da parte della Provincia, che ha già stanziato i soldi. Tra le novità, nell’Alto Garda, al compendio ex Armanni di Bolognano, entro l’anno, terminati i lavori di ristrutturazione, sarà trasferita la comunità alloggio della val di Ledro. PA.PI.













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