Itea, oltre mille inquilini non pagano l’affitto
Canoni arretrati per circa 2 milioni di euro, scattano i procedimenti di revoca. Tra gli ex inquilini c’è chi aveva accumulato 50 mila euro di arretrati
TRENTO. Sono 1.086 (dato aggiornato al 30 settembre) gli inquilini Itea che non hanno pagato almeno 3 mensilità, la soglia oltre la quale si diventa ufficialmente “morosi” e che fa scattare le procedure che portano alla revoca dell’appartamento. Il dato è contenuto in una risposta dell’assessore Carlo Daldoss al consigliere provinciale Claudio Cia, che chiedeva una serie di informazioni sull’attività dell’istituto di edilizia abitativa. Se gli appartamenti non utilizzati dall’ente sono in (lento) calo, le difficoltà degli inquilini appaiono in aumento. Almeno a leggere le statistiche sui procedimenti avviati dall’istituto contro chi non paga l’affitto.
In totale i 1.086 inquilini morosi (a fronte di un patrimonio immobiliare di 10.661 unità) hanno debiti nei confronti di Itea per circa 2,1 milioni di euro (sono quasi 2 mila euro a testa). Per circa 800 mila euro è partita la rateazione, con la speranza che gli inquilini possano rientrare, mentre per i restanti 1,3 milioni di euro sono partite le procedure di revoca.
Ma quali sono i motivi dei mancati pagamenti? «Le situazioni sono molto varie - spiega il presidente dell’istituto, Salvatore Ghirardini - ma nel caso di difficoltà economiche cerchiamo sempre di avviare un piano di rientro anche con la collaborazione di altri enti territoriali».
Secondo Ghirardini all’origine della morosità non c’è l’aumento degli affitti in seguito a modifiche della situazione Icef: «In genere non è così, perché in questi casi - spiega - c’è anche la possibilità dell’inquilino di far fronte all’aumento».
Tra i dati forniti da Itea ci sono anche alcune curiosità. Ai primi posti della classifica dei debitori di Itea (che in totale vanta crediti per oltre 7 milioni di euro considerando anche gli ex inquilini) ci sono tre persone che hanno rispettivamente debiti per 52 mila euro e 38 mila euro (due posizioni) nei confronti dell’istituto. Ma dietro queste cifre (che nessuno in realtà spera realmente di poter recuperare) c’è una spiegazione legata alle norme: «Si tratta di ex inquilini che hanno accumulato quei debiti con le vecchie norme, che prevedevano l’applicazione dei canoni di mercato nel caso di morosità» spiega ancora Ghirardini. «In questi casi la permanenza prolungata all’interno dell’appartamento (magari per motivazioni di salute o legate al nucleo familiare) faceva accumulare cifre molto importanti a cui vanno sommate anche le spese condominiali».
Ora le norme sono cambiate e Itea interviene con maggiore tempestività in queste situazioni, in modo da evitare l’accumulo di cifre che non hanno alcuna possibilità di essere pagate.
I procedimenti di revoca per morosità (avviati) sono passati dai 200 del 2012 ai 382 del 2016 mentre fino al 30 settembre del 2017 erano 253. In totale 1.828 procedimenti dal 2012 ad oggi a cui hanno fatto seguito 603 revoche per morosità e 97 sfratti.
Migliora la situazione degli alloggi non occupati (per lavori di manutenzione o nuove assegnazioni) che al 30 settembre scorso erano 885, mentre sul fronte dell’edificio di via San Pio X a Trento - la cosiddetta “Nave” che era stata occupata da un gruppo di anarchici - non è stata ancora decisa la demolizione. Itea infatti sta ancora approfondendo possibili destinazioni sociali dell’immobile in accordo con il Comune o altri soggetti.
(a.s.)