Irregolari, Trento chiede i rimpatri 

Le Regioni accolgono la richiesta avanzata da Kompatscher. Rossi: «Chi non ottiene lo status di rifugiato non può restare» 



TRENTO. «Non è tollerabile che le nostre Province si trovino a dover gestire la presenza di persone che non hanno ricevuto il riconoscimento dello status di rifugiato e non hanno alcun titolo per continuare a risiedere sul territorio nazionale nel totale disinteresse da parte dello Stato», avverte il governatore Ugo Rossi, che ieri ha scritto una lettera al presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini. «E' urgente definire con il Ministero dell'Interno una modalità di gestione del problema che consenta di assicurare comunque un temporaneo sostegno umanitario a queste persone al fine di evitare, da un lato, situazioni di disagio grave e, dall’altro lato, il degrado delle nostre città e l'insorgere di situazioni di potenziale pericolo per i residenti», prosegue Rossi. Fino a oggi in Trentino i dinieghi alle richieste di asilo sono stati nell’ordine del 40%.

Ieri a Roma, a rappresentare anche la Provincia di Trento alla Conferenza delle Regioni, c’era il governatore altoatesino e presidente della Regione Arno Kompatscher, che ha avanzato due richieste: regole chiare per il rimpatrio di persone senza diritto di asilo e un sistema di ripartizione nazionale per chi raggiunge l'Italia via terra o si sposta all'interno del Paese. Richieste che hanno trovato l'appoggio dei governatori delle Regioni dell'Italia settentrionale (presenti tra gli altri i governatori leghisti di Lombardia e Friuli, Fontana e Fedriga) ma non solo.

La Conferenza ha deciso infatti di convocare con urgenza la commissione interna che si occupa di immigrazione, fare proprie le richieste del Trentino e dell'Alto Adige, e poi presentarle al futuro governo nazionale. «C’è un tema umanitario e anche di ordine pubblico, perché rischiamo di trovarceli nei parchi cittadini», ha sottolineato Kompatscher.

Nonostante il numero delle persone che, via mare o via terra, raggiungono l'Italia sia in calo e in Trentino il numero dei profughi accolti sia sceso attualmente sotto i 1600, la questione dei migranti continua a rappresentare una delle sfide più complesse per le Regioni.

Uno dei nodi-chiave è la mancanza, a differenza di ciò che avviene per gli sbarchi via mare, di un sistema di riparto nazionale (sulla base della consistenza della popolazione di ogni Regione) per i richiedenti asilo che raggiungono autonomamente l'Italia via terra da altri paesi europei oppure da altre parti del territorio nazionale. «Il problema - sottolineano Rossi e Kompatscher - riguarda principalmente le Regioni di confine del Nord-Italia per motivi meramente geografici, e non vi è nessun motivo per trattare queste persone in maniera diversa rispetto a coloro che raggiungono l'Italia da sud attraverso la rotta del Mediterraneo».

Il secondo punto trattato alla Conferenza delle Regioni riguarda la necessità di una "linea chiara e unitaria" nei confronti non solo di quei richiedenti asilo che si vedono negata in maniera definitiva la richiesta di protezione internazionale, ma anche di coloro che ottengono risposta positiva alla domanda ma sono privi di sistemazione in quanto, proprio in virtù del loro nuovo status, devono lasciare le strutture di accoglienza. «E' fondamentale - affermano Rossi e Kompatscher - che vengano fissate regole chiare per il rimpatrio di coloro che hanno ottenuto il no definitivo alla richiesta di asilo, e soprattutto che lo Stato ponga in essere le misure concrete e necessarie per farle rispettare. L'aspetto fondamentale è che vi sia un'unica linea a livello nazionale, altrimenti si corre il rischio che, in entrambi i casi, le persone si possano spostare da una Regione all'altra sulla base delle diverse situazioni. Inoltre, tutta l'impalcatura del sistema di asilo è destinata a perdere di efficacia e credibilità se non vi è una differenziazione nel trattamento delle persone che hanno ottenuto o meno il diritto di asilo. Una linea unica e chiara a livello nazionale - ha concluso il presidente della Provincia di Bolzano - non è importante solo per l'Alto Adige e il Trentino, ma per tutte le Regioni e, più in generale, per lo stato di diritto».

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