la condanna

Insulti alla poliziotta, insorge la politica

Straniero arrestato per gli epiteti sessisti. Condanna di Dorigatti, Bezzi, Fugatti e Degasperi: «Giù le mani dalle donne»


di Luca Marognoli


TRENTO. Diventa un caso politico la vicenda della poliziotta che domenica sera, a Trento, è stata apostrofata in maniera volgare da uno straniero che si è rifiutato di farsi identificare da lei, in quanto donna. L’individuo, B.B., un tunisino di 31 anni in possesso di permesso di soggiorno, è stato arrestato dalla Squadra Volante per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e ieri mattina in tribunale ha patteggiato una pena di 6 mesi e 10 giorni di reclusione.

La pattuglia si era imbattuta nel nordafricano attorno alle 20 e 30 in via Prepositura, all’altezza di piazza S.Maria: gli agenti si erano fermati per lasciare attraversare un pedone, mentre l’uomo, che appariva ubriaco, si era fermato in mezzo alla strada gesticolando rivolto verso la Volante. Gli agenti erano scesi dall’auto e quello aveva iniziato ad apostrofarli, minacciandoli anche di morte, mentre la poliziotta si era sentita dare della prostituta (l’epiteto usato era più volgare).

Il tunisino, ormai fuori di sè, si era anche messo a correre verso la vettura di servizio, cercando di salire a bordo. Era stato quindi bloccato e caricato sulla macchina, con non poca fatica da parte degli agenti. Ma non era finita: durante il tragitto nella cella di sicurezza, aveva scatenato la sua rabbia colpendo il pannello divisorio in plexiglas con testate e pugni, tanto che dalla questura era stata inviata sul posto un’altra volante. Una volta in ufficio, il 31enne se l’era presa ancora con i poliziotti ferendo uno di loro con un calcio al braccio e al torace. Era stato poi riconosciuto come l’uomo che il 23 agosto aveva compiuto danneggiamenti al supermercato Tovazzi.

L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie che vede il personale delle forze dell’ordine subire violenze fisiche e verbali in servizio. Ma sono state queste ultime, ancora più deprecabili perché rivolte ad una donna, a creare il “caso” nel mondo politico. Il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti parla di “ennesimo atto di violenza” e invoca “un dialogo costante” per l’inclusione ma al contempo “un'applicazione rigida di norme già esistenti, ivi compresa la rapida espulsione dal Paese quando chi delinque è uno straniero”. Sottolinea come “l'essere donna in divisa rappresenti oggi una sfida” il consigliere di Forza Italia Giacomo Bezzi, che osserva come vi sia, da parte della polizia, “un continuo confronto con persone provenienti da paesi nei quali la donna non ha alcun diritto”. Per il segretario della Lega, Maurizio Fugatti, “è intollerabile che un soggetto si rifiuti di essere identificato dal sesso femminile: questo dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, la considerazione e il rispetto verso le donne da parte della religione musulmana”. Un invito alla politica perché non faccia lo struzzo viene da Filippo Degasperi, del M5S:: “Il punto centrale - dice - non è cosa fare di chi è nostro ospite, bensì liberare l’Italia da tutti quelli a cui gli ordinamenti della Repubblica stanno stretti”.













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