Inflazione, in Trentino i prezzi tornano a correre
In febbraio aumento medio dell' 1,5% rispetto allo stesso mese del 2009
TRENTO. Dopo un anno e mezzo, i prezzi tornano a correre. In febbraio c’è stato un aumento medio dell’1,5 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A salire, soprattutto la spesa per bar, ristoranti, alberghi, alcolici e istruzione. Aumentano anche i mobili e i servizi per la casa. E’ presto per dire, però, che siamo davanti a una ripresa della domanda.
Per due mesi di seguito, gennaio e febbraio, l’indice dei prezzi al consumo in Trentino è salito. In gennaio dell’1,2 per cento. In febbraio l’aumento è stato dell’1,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2009. Non accadeva dal dicembre 2008. Per quasi tutto il 2009, infatti, la variazione è stata intorno allo zero, quando non è andata sotto zero, come è accaduto nei mesi di settembre e ottobre. Nel 2010 il tasso medio di inflazione è stato dello 0 per cento in gennaio e dello 0,1 per cento a febbraio. Per vedere come i prezzi abbiano subito una frenata rispetto ai mesi precedenti alla grande crisi, basta fare il confronto con gennaio e febbraio 2009. In quei due mesi, secondo i dati del Servizio statistica della Provincia, il tasso medio inflazione fu del 2,6 e del 2,5 per cento. Insomma c’è stato uno stop nell’aumento dei prezzi. In genere, questo è dovuto al crollo della domanda. In altre parole, i prezzi aumentano meno del solito quando la gente non compra. Quindi l’inflazione ha rifatto capolino.
Andando a guardare i singoli settori di spesa delle famiglie trentine, si vede come il tasso medio di inflazione per i prodotti alimentari sia stato pari allo 0 per cento. Sono aumentati soprattutto gli alcolici e i tabacchi, con una variazione del 3,8 per cento. In forte aumento anche le spese per l’istruzione, che sono salite del 5,5 per cento. Abbigliamento e calzature hanno segnato il passo, con un misero più 0,3 per cento. Le spese per l’abitazione, acqua, elettricità e combustibili è scesa del 2,4 per cento. In aumento anche i mobili e i servizi per la casa che hanno fatto registrare un più 1,3 per cento. I servizi sanitari sono rimasti quasi invariati con un più 0,2 per cento.
La spesa per i trasporti, invece, è calata del 2,8 per cento. Leggermente in discesa anche la spesa per le comunicazioni, che ha fatto registrare una diminuzione dello 0,2 per cento. Si spende un po’ di meno anche per la cultura e la ricreazione, con un meno 0,6 per cento. La spesa negli alberghi, nei bar e nei ristiranti è aumentata dell’1,7 per cento. Segno che i trentini, comunque, non rinunciano a qualche svago. All’uscita serale, insomma, non si rinuncia. Se si guarda all’anno scorso gli aumenti sono molto superiori.