Infallibili gli arcieri di San Benedetto

Grande pubblico per la sfida che ha riportato il centro di Trento nel Medioevo


Luca Pianesi


TRENTO. Per tre giorni le vie e le piazze del centro storico di Trento si sono trasformate in un vero e proprio borgo medioevale. Via Belenzani si è trasformata nella via della seta, con i banchetti di dimostrazione di come si coltivavano i bachi, di come si tesseva il filato e di come poi si tingeva e veniva lavorato. Tra Piazza Pasi e Piazza Duomo si è stabilita la Fiera straordinaria di Arti e Mestieri medioevali, con artisti e artigiani che hanno dimostrato, ai visitatori, come si creavano i manufatti di un tempo: e quindi c'erano i cordari, il fabbro, il mugnaio, l'intagliatore di legno, l'arrotino e il battitore di monete. Tutti rigorosamente in abiti d'epoca ed utilizzanti solo strumenti realmente esistenti nel medioevo.

«La manifestazione del Palio delle Contrade - spiega Stefano Grassi presidente dell'associazione Amici della città, organizzatrice dell'evento, - non è solo una sfida tra arcieri di diverse zone della città. Ma è soprattutto ricostruzione storica, è studio e ricerca, è didattica. Insegniamo agli spettatori come si viveva nel medioevo, cosa si mangiava, come ci si vestiva. Ed è un lavoro che dura per un anno intero, fatto di relazioni, incontri con esperti ed appassionati di tutta Italia e non solo e la tre giorni di festa non è altro che la punta dell'iceberg di questo percorso. E anche quest'anno la comunità di Trento ed i turisti hanno risposto alla grande.

L'anno scorso avevamo un 13.000 visitatori di media, al giorno. Per questa edizione abbiamo battuto ogni record e se ai turisti si aggiungono gli oltre 460 figuranti ci si accorge che il Palio delle Contrade è un'occasione per la città anche dal punto di vista economico, oltre che sul piano culturale. Abbiamo riempito gli alberghi, i ristoranti e pullman sono partiti ogni giorno da tutta la provincia e da altre città per assistere a quest'evento, che non tutti sanno ma è inserito tra i 5 Pali ufficiali d'Italia insieme anche a quelli di Gubbio e di Siena. E tutto è gestito dallo spirito di associazionismo e volontariato. Solo il 5,1% delle risorse che ci servirebbero è fornito dal Comune. Un'inezia, compensata dal lavoro, dalla passione e dall'impegno di tutti i partecipanti».

A questo 11º Palio hanno preso parte 8 contrade della vecchia Tridentum: Contrada Larga, Contrada degli Orevesi, Contrada Todesca, Contrada Santa Maria, Contrada San Benedetto, Contrada Santa Maria Maddalena, Contrada Macello Vecchio e l'Antico Borgo di San Martino e ieri alle 17 si sono sfidate nella tradizionale gara con gli archi, in Piazza Duomo. Davanti ad un folto pubblico e alla presenza dell'assessore allo sport Paolo Castelli, la Contrada di San Benedetto s'è aggiudicata l'edizione. Prima però tutti hanno potuto divertirsi con una giornata di esibizioni di sbandieratori, balestrieri, e di combattimenti di compagnie d'armi e hanno potuto ridere con giullari e saltimbanchi. E al divertimento, la manifestazione ha associato, per tutti e tre i giorni, la possibilità di aiutare e sostenere con raccolte fondi, due cause: quella per combattere la sindrome di Rett che colpisce principalmente bambini e bambine e quella per curare la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. «Questo è lo spirito del Palio - conclude Grassi - creare comunità, insegnare un po' di storia, far divertire, ma anche aiutare chi più ne ha bisogno».













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