Incontro in chat e ricatto, arrestato un militare
L’uomo ha preteso alcuni appuntamenti e poi ha chiesto 150 euro alla donna per non svelare il segreto. Ma i carabinieri lo hanno incastrato e messo in cella
TRENTO. Si sono incontrati su Badoo un social network che - questa è la definizione su internet - permette di conoscere nuovi amici, chattare e flirtare. Si sono scambiati mail e messaggi nel mondo virtuale e poi si sono conosciuti. Una storia come tante altre ma con un finale diverso. Lui, infatti, è stato arrestato per estorsione e violenza privata e dopo una notte passata ai domiciliari ora ha l’obbligo di firma in attesa del processo a gennaio. Ma cosa è successo? Cosa ha trasformato il rapporto in un reato? Per raccontarlo bisogna fare un passo indietro. Dunque i due si conoscono virtualmente e poi di persona. Lui su Badoo aveva indicato un nome ma quando ha incontrato lei, trentenne, impiegata, spiega che in realtà il suo nome è un altro (falso anche questo come hanno appurato i carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Trento) e che lui lavora nell’Arma, nel reparto antidroga. L’incontro si conclude con un casto bacio e per la donna la storia sarebbe finita lì. Sì perché, racconta, lei è sposata e non vuole andare oltre. Lui la pensa diversamente e le chiede nuovi incontri. Davanti al netto rifiuto di lei, lui reagisce male. Con quello che suona come un ricatto: se non ci incontriamo di nuovo, dico tutto a tuo marito e alla tua famiglia. Lei cede, ha paura di quelle che potrebbero essere le conseguenze per il suo rapporto e quindi accetta altri appuntamenti con l’uomo. Alla fine sono stati cinque e lui le chiede anche di poter fare delle foto o dei filmati dei loro momenti assieme. Lei tiene duro e dice ancora di no e no anche a nuovi incontri. Ma lui non desiste e le chiede 150 euro per tenere la bocca chiusa. «A questo punto - ha spiegato ieri in conferenza stampa il comandante della compagnia di Trento Paolo Iacopini - la donna è venuta da noi e ci ha raccontato la sua storia». A supporto delle sue parole anche una serie di sms che erano rimasti nella memoria del cellulare e che raccontavano la richiesta di denaro che, per la donna, appariva come la prima di una possibile serie. I carabinieri prendono in mano la situazione e organizzano un incontro trappola. Lei quindi cede alle richieste di lui e si presenta all’incontro. Lui (che non è un carabinieri ma è caporal maggiore in una caserma della città) non si accorge che a pochi passi di distanza da loro ci sono i militari in borghese che osservano la scena e prende i soldi. Un paio di minuti dopo viene fermato con le banconote (che prima erano state fotocopiate) in tasca e per lui scattano le manette con l’accusa di estorsione e violenza privata. Finisce ai domiciliari (dalla fidanzata) e ieri mattina c’è stata la direttissima che ha confermato l’arresto e fissato il processo e indicato come forma di «controllo» l’obbligo di firma.
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