TRENTO. La spaccatura all’interno del Soccorso Alpino del Trentino arriva alla Corte dei Conti e alla Guardia di Finanza. Ieri gli uomini del nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle si sono presentati alla sede del Soccorso Alpino chiedendo documentazione sull’acquisto delle divise Montura degli uomini del Soccorso e sulle indennità del presidente Adriano Alimonta e del vice Ezio Parisi.

L’inchiesta del nucleo, che opera su delega del procuratore della Corte dei Conti Marcovalerio Pozzato, è partita da un esposto presentato da un capostazione del Soccorso alpino che non sarebbe della zona della val di Fiemme, Val di Fassa, l’area il cui capozona Paolo Lastei aveva inviato una segnalazione al Soccorso alpino nazionale proprio per mettere in evidenza presunte irregolarità sulla fornitura delle divise, che sarebbe stata affidata alla Montura senza gara d’appalto, e sulle indennità di istruttore ed elisoccorritore di Alimonta e Parisi che sarebbero vietate dallo statuto del Soccorso Alpino nazionale, ma non da quello del Soccorso del Trentino.

Più di recente, un capostazione del Soccorso, ma di un’area diversa da quella di Lastei, ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti ipotizzando lo spreco di denaro pubblico. 

Giuridicamente, il Soccorso è un’associazione di diritto privato, ma incassa un milione e 600 mila euro di contributi provinciali e svolge una funzione pubblica. Sulla base di queste considerazioni, quindi, viene equiparato a un ente pubblico e, secondo le norme, avrebbe dovuto indire una gara d’appalto per la fornitura delle divise. 

Discorso diverso è quello riguardante le indennità. Lo statuto del Soccorso Trentino non le vieta, ma nell’esposto si chiede di verificare se sia applicabile lo statuto nazionale.