In ricordo di Marilyn? No, scandalizza
Patrizia Belli addita il testo di una maglietta in vetrina
ROVERETO. Dopo la maglietta contro la ministro Fornero, l'immagine del feretro con il presidente del consiglio Monti, un'altra t-shirt è destinata ad essere "additata". Non è volgare, non è lubrica, ma scandalizza comunque. Nella vetrina di un negozio di abbigliamento, all'imbocco di via Garibaldi, un mezzo busto di manichino maschile porta addosso una maglietta bianca, sulla quale spiccano tre frasi: "Vorrei tu fossi come Marilyn. Bionda? No, morta". La maglietta è esposta da qualche giorno. Patrizia Belli, giornalista e autrice di libri, passeggiando ieri mattina con il marito è rimasta «letteramente senza parole», alla vista del testo sulla maglietta.
Con il suo smartphone ha scattato un'immagine e l'ha immediatamente postata sulla propria bacheca, in Facebook. I commenti si sono sprecati: "Trash... da morire" dice Rossella. "La madre degli imbecilli è sempre incinta", replica Eugenio. Al pomeriggio, Patrizia Belli spiega meglio al Trentino la sua indignazione. «Non voglio creare polemica con il negoziante che fa il suo mestiere, ma quella maglietta trasmette un messaggio stupido e pericoloso», dice. «Marilyn è stata una splendida attrice, ma era una donna fragile e debole. Soffriva molto. Dobbiamo ricordarci come è morta. Si è suicidata in una stanza d'albergo. Suicidio. Usiamola questa parola. Ne abbiamo tanta paura».
Per Patrizia Belli, «questa volta i pubblicitari hanno superato quel limite invalicabile che è rappresentato dal decoro. Non è marketing, questo, è impudicizia». Giocare con il dolore delle altre persone è un terreno minato. «Mentre il fotografo Oliviero Toscani con le sue foto choc fa riflettere, in quella maglietta viene lanciato un messaggio sbagliato - conclude - arrossisco per chi ha pensato quella frase. C'è brutalità. E' un passaggio stupido quello che fa quella domanda, mi dà fastidio e mi turba. E non faccio la bacchettona».