In rete 3000 firme per il Lochness
Il gestore: «Siamo i primi a chiedere più controlli fuori dal locale»
RIVA. Se al comune le firme contro il Lochness Pub sono 100, ora in rete ce ne sono circa 3000. A favore. Non si contano più gli attestati di stima, messaggi e visite sulla pagina internet del locale. E il gestore, Michelangelo Scarpetta, tenta di gettare un ponte. «Pronto a controlli e iniziative per risolvere i problemi, non ad assumermi colpe non mie».
«Innanzitutto - dice - vorrei sottolineare che non abbiamo mai avuto problemi per la somministrazione di alcolici a minori: proprio perchè il nostro pub è frequentato in prevalenza da giovani, ci preoccupiamo di chiedere sempre il documento d'identità. Quanto alle sanzioni in genere, gestisco questo pub da 9 anni e nemmeno in tutto questo tempo ne ho prese 20».
Il Lochness è un punto nevralgico della vita sociale rivana, notturna e non. Le persone che lo frequentano vanno dai 18 ai 40 anni, a seconda delle diverse serate proposte. Una diretta conseguenza di questa grande forbice è la moltitudine di clienti: si può seguire le partite di calcio, giocare a biliardino o freccette, bere e mangiare e ascoltare musica dal vivo. Sul palco del Lochness hanno suonato gruppi come Bankrobber e Hutchinson, oltre ai Bastard sons of Dioniso, che hanno scelto lo stesso pub anche per girare un loro videoclip. Ormai uno dei pub live più famosi del nord Italia.
Da diversi anni il pub tiene aperto anche a Natale e l'ultimo dellanno, proprio per tutti coloro che «non sanno dove passare le feste e cosa fare» e lì trovano tanti coetanei, simili a loro, che non avendo altre alternative in zona, si ritrovano al Lochness. «Noi siamo i primi - continua Michelangelo - a domandare alle forze dell'ordine un aiuto per lo sgombero all'orario di chiusura all'esterno, noi chiudiamo le porte e i cancelli, ma non possiamo portare a casa propria tutti i clienti. Tre volte a settimana pago dei professionisti della sicurezza - i buttafuori - per ovviare a tutti i problemi inerenti al pub. Ma non possono sorvegliare anche i giardini vicini e viale Dante».
E il problema maggiore è proprio questo. Una volta chiuso il Lochness molta gente si sposta sulle panchine dei giardini Verdi dove fa mattina. Spesso si portano le bottiglie da casa o le comprano durante la giornata nei supermercati vicini, per berle una volta chiuso il pub. «Io comprendo - conclude Scarpetta - il disagio delle palazzine vicine, ma bisognerebbe farsi delle domande sul disagio di centinaia e centinaia di giovani della Busa, ormai esasperati dalla mancanza di alternative, tra discoteche, cinema e teatri. Sono il primo a voler risolvere la situazione, ma non rinuncio a battermi affinchè Riva abbia un occhio di riguardo anche per le politiche giovanili, e non se ne ricordi solo in campagna elettorale».
Comunque vadano certe cose, resta sempre all'intelligenza delle singole persone l'onere di saper gestire la situazione e controllarsi. Se ci sono degli eccessi, forse è a chi se ne rende responsabile che bisogna chiederne conto, e non al gestore di un pub.