In centro città aumentano i negozi
Sono 330 (più nove rispetto al 2010) mentre su tutto il territorio comunale se ne contano 728. Ma non tutti lavorano
ROVERETO. Un dato è certo: nel 2011 i negozi che hanno aperto in città sono aumentati di dieci unità passando dai 718 di fine 2010 ai 728 dell’anno successivo. Questa è però solo matematica: si tratta dei dati elaborati dall’ufficio commercio del Comune sulla base del “movimento” demografico degli esercizi commerciali. Ma c’è un altro aspetto che i freddi dati della statistica non rilevano: in una fase di difficoltà, di ristagno dei consumi, di tagli ai bilanci famigliari, questi nuovi negozi hanno avuto clienti? Hanno tutti, bene o male lavorato? Ma soprattutto quanti negozi hanno chiuso a causa della crisi? Perché se l’aumento degli esercizi commerciali c’è stato, manca un altro elemento che è quello che riguarda proprio la “mortalità” come capita di vedere con le vetrine oscurate e i cartelli affittasi che fanno capolino tra una via e una piazza. Una mortalità dovuta alle difficoltà di mercato come sottolineano non pochi commercianti roveretani.
Per tornare alle cifre, i negozi di vicinato, come vengono definiti i negozi di piccole dimensioni, sono passati da 577 a 585 (8 in più), quelli di medie dimensioni (dai 150 agli 800 metri quadrati) da 11 a 113 (più due), mentre stabili a 30 sono le grandi superfici. Il picco negativo si era registrato nel 2009 quando in totale a Rovereto i negozi erano 703. Nella suddivisione per tipologia di vendita gli alimentari sono aumentati di due unità (da 65 a 67), i negozi misti di nove (da 91 a 100), mentre i non alimentari sono diminuiti di 1 (da 562 a 561) .
E il centro storico, come se la passa? Nove dei dieci nuovi esercizi commerciali sono stati aperti proprio nel cuore della città: al 31 dicembre dello scorso anno la cifra era di 330 rispetto ai 321 dello stesso periodo dell’anno precedente. Ovviamente, visti gli spazi disponibili, si tratta nella quasi totalità di negoszi di piccole dimensioni (quelli di vicinato sono passati da 289 a 296), con le medie superfici che sono una trentina (da 30 a 32) mentre le grandi strutture si limitano a due unità. La suddivisione per tipologia di vendita fa balzare subito all’occhio come i negozi non alimentari facciano la parte del leone visto che hanno raggiunto la cifra di 264 unità dall’abbigliamento alle calzature, dall’arredamento alle profumerie. Pressapoco sulla stessa cifra si attestano i negozi di alimentari (sono 32) e quelli misti (34) che ai generi alimentari abbinano altri prodotti.
Dunque Rovereto sembra dimostrare di credere nel commercio, di voler investire in nuove attività pur con le difficoltà del momento. E che non sia un periodo facile è evidente a tutti: nella migliore delle ipotesi si vede il centro affollato ma non sempre chi passeggia o guarda le vetrine poi entra in negozio...
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