In carcere a Trento arrivano i disegni di pace dei bambini
Inaugurata la mostra di disegni di 1500 bambini italiani, tunisini, marocchini e texani; un'unione di religioni nel segno della pace
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TRENTO. Due anni di disegni realizzati da 1500 bambini a sei mani, 501 fogli di carta partiti da Venezia e via via completati da altri bambini a Tunisi, Rabat e Hewitt (in Texas), che si sono parlati senza conoscersi, e così, in un patchwork colorato, hanno parlato di pace, religioni, speranze.
I loro disegni sono diventati una mostra che ora fa tappa anche a Trento, in carcere, lì dove i pensieri dei bambini sono stati tradotti da un gruppo di nove detenuti di Venezia e Spini di Gardolo, che hanno letto la Bibbia, il Corano e la Torah, hanno consultato dizionari e imparato nuove parole. Come Aziz Amri, marocchino, che ieri ha raccontato emozionato questa esperienza. Una staffetta inedita tra scuole e prigione.
L'idea è di Nadia De Lazzari, dell'Associazione di volontariato “Venezia: pesce di pace”, che quei fogli li ha portati in giro per tre continenti, convinta che far parlare i piccoli con il disegno e nella loro lingua - italiano, arabo, francese, berbero, inglese, ebraico - avrebbe prodotto un'energia positiva. Così è stato.