In aula Andreatta finisce di nuovo sotto
Tradito da 4 dei «suoi» sulla delibera del personale come 7 mesi fa. «Gesto vile e irresponsabile che fa male alla coalizione»
TRENTO. Stessa delibera (seppur riveduta e corretta), stessa sorte. Sette mesi dopo. Il sindaco Alessandro Andreatta finisce sotto di nuovo, di nuovo impallinato dai franchi tiratori della maggioranza. La riorganizzazione del personale non passa per un voto: serviva la maggioranza più uno (21 voti), ma ne sono arrivati 20 sui 24 consiglieri della coalizione presenti. Conoscere i nomi di chi abbia votato contro (in 13), si sia astenuto (in 4) o abbia annullato la scheda (1) sarà molto difficile. Chi ha tradito lo ha fatto sotto lo scudo protettivo dell’anonimato.
Bolle dalla rabbia Andreatta: «Sono molto arrabbiato», dice cupo. «Ancora una volta con il voto segreto e non a caso su una delibera dove servivano 21 voti, si è deciso in modo irresponsabile e vile di mettere in difficoltà il sindaco, ma anche la giunta e le 20 persone che hanno sostenuto la delibera. I quattro che hanno votato contro o si sono astenuti hanno fatto male alla coalizione di centrosinistra. Se uno non condivide la delibera si alza e dichiara l'astensione, in modo che la gente possa valutare se ha fatto bene o male. Bisogna assumersi le proprie responsabilità». Il sindaco si sente vittima di un’imboscata: «Su questa delibera avevo fatto ben tre passaggi in maggioranza e non c'era sentore di nulla. È chiaro che qui non c'entra niente il merito. C'è qualcuno che scegli deliberatamente di mettere in difficoltà la maggioranza approfittando del voto segreto. Ma con persone così non si può ragionare». E ora? Andreatta non pensa a rimpasti o dimissioni. Anzi. «Ne parleremo in maggioranza», dice con un tono che sa di minaccioso.
Getta acqua sul fuoco Paolo Serra, capogruppo del Pd: «Non è grave, questa era la riorganizzazione del personale con alcuni spostamenti, non il bilancio o una delibera che può mandare in malora la città... È la solita storia di ripicche personali da parte di bambini capricciosi. Posso solo dire che il Pd ha votato compatto. Chi ha tradito? Non ho le prove ma nomi e cognomi sì!».
Ancora una volta sono sotto accusa Patt e Cantiere, che ieri in aula erano presenti rispettivamente con Pattini, Uez e Maestranzi (assente Castelli) e con Panetta, Ducati e Tomasi.
Chi esulta è l’opposizione. Duro scontro verbale tra il sindaco e Andrea Merler dopo il voto. «Scorporare i servizi e dare attribuzioni diverse ai dirigenti spetta al consiglio. Lei non ha rispettato l’aula e deve prenderne atto», ha accusato il portacolori della Civica Trentina. «Non ho fatto nessuna forzatura: la delibera non è passata perché c’era il voto segreto», ha ribattuto il sindaco. «Non penserà mica che i suoi le votino contro alla luce del sole…», ha affondato il coltello nella piaga Merler, chiedendo con forza le dimissioni del sindaco. È dovuta intervenire la presidente del consiglio Lucia Coppola per chiedere a Merler di non infierire. Ma non è certo con lui che Andreatta nei prossimi giorni dovrà regolare i conti.