In 600 all’alba per il coro Sasso Rosso 

Pejo, al laghetto ai Piani del Vioz il suggestivo concerto che ha accompagnato il sorgere del sole



PEJO. I secoli passano lasciando alle nuove generazioni una eredità di gloria o di dolore, di speranza o di sconforto, e spesso davanti a diversi ideali, ad altre aspirazioni ed alla lenta ma inevitabile evoluzione, della vita, della storia, si perde il ricordo del tempo lontano. Ma non di rado avviene che i canti, rimasti come prezioso ricordo nella coscienza popolare, conservano fra mille veli, nella semplice loro poesia o nell'epica grandezza, il segreto del passato.

Oltre 600 persone sono salite di buon ora a piedi o con gli impianti da Pejo Fonti per assistere, nell’anfiteatro naturale del gruppo Ortles-Cevedale al suggestivo concerto che il Coro Sasso Rosso ha tenuto alle 6 del mattino facendo rivivere, con i suoi canti, l’incanto del sorgere del sole.

Mentre nel laghetto ai Piani del Vioz si rispecchiava il tiepido sole mattutino, tutt’intorno si diffondevano le note sommesse delle espressioni popolari con alcune caratteristiche costanti: la durezza della vita nelle valli alpine e lo splendore del paesaggio, capace di suscitare pensieri e riflessioni nell'animo di chi lo sa guardare con occhi attenti.

Ascoltando questo coro con 50 anni di storia alle spalle si può scoprire il segreto e la poesia del canto popolare. Suggestioni e poesia amplificata se il palcoscenico trova naturale ambientazione fra le montagne di casa, come è avvenuto sotto le pareti del Vioz e del Taviela nello splendore del paesaggio alle prime luci dell’alba.

I canti nati da anonimi autori, intercalati da narrazioni e poesie commentate da Simonetta Gabrielli, sono riusciti, ancora una volta a coinvolgere le molte persone che in religioso silenzio hanno ascoltato con particolare sensibilità le voci ben amalgamate dei cantori solandri nelle varie interpretazioni della tradizione trentina, friulana, piemontese. I canti tradizionali eseguiti con grande maestria dal “Sasso Rosso” nell’alba di Peio, sono tutti riconducibili a quello che, solitamente, viene definito il “patrimonio artistico dell’Alpe”, che non cessano mai di esercitare su chi li ascolta una straordinaria suggestione.

Canti che partono dal cuore, dalle esigenze fondamentali di ogni uomo così ben espresse nei canti popolari, che si spiega la trama di rapporti tra un gruppo di cantori e personalità della cultura e della musica.

Per le stesse ragioni, la gente che ha fatto corona al Coro Sasso Rosso, è rimasta colpita dalle note di quei cantori e da ciò che la loro amicizia ha generato in 50 di storia e di amore per la propria terra.













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