Imu, il Comune ferma gli esattori
L’assessore Condini: «Tocca al Governo ora trovare i fondi, ma la prima casa era solo una piccola quota del totale»
TRENTO. É’ bastato che il primo ministro Enrico Letta annunciasse la sospensione dell’Imu per la prima casa, perché il Comune di Trento - nel mattino, prima ancora della fiducia incassata dal Governo ieri pomeriggio al Senato - rispondesse con un immediato adeguamento: «Il Comune - recita la nota - ha dovuto sospendere la stampa e l'invio del calcolo e del modello di pagamento precompilati relativi all'abitazione principale in attesa di imminenti decisioni governative». Chi desiderasse informazioni certe e aggiornate può rivolgersi alla mail imu@mobile.comune.trento.it, ma è evidente, come scrive il Comune in premessa, che l’annuncio dello Stato va prima messo nero su bianco con un decreto legge che però, allo stato delle cose, pare scontato. Tanto più dopo la fiducia piena riscossa dalle due Camere. Non è in ogni caso preoccupato Fabiano Condini: l’assessore alle attività economiche è persuaso che «non sia un problema per il Comune, è piuttosto il Governo che dovrà trovare al proprio interno le risorse necessarie da mettere in bilancio per finanziare questa operazione. Non è pensabile - prosegue Condini - siano i Comuni a dover trovare i soldi che verranno a mancare con la soppressione dell’Imu per la prima casa».
Il precedente c’è, ed è piuttosto recente, spiega Condini. «Quando lo Stato abolì l’Ici, aveva anche provveduto a coprire il buco generatosi nei singoli Comuni. La stessa cosa che accadrà adesso. Anzi, potrebbe essere l’occasione per mettere un po’ di ordine nelle cose, perché l’Imu è raccolta sì dalle municipalità, ma viene in buona parte devoluta allo Stato. Forse sarebbe il caso che i Comuni riscuotessero le loro imposte, la Provincia le loro e lo Stato pure».
Quanto riscuote il Comune di Trento di sola Imu? «Lo scorso anno abbiamo raccolto 47,5 milioni di euro, ma di questi solo 27,5 sono rimasti a Trento. Gli altri 20 milioni li abbiamo dovuti versare allo Stato». Ma attenzione, dice Condini: il grosso del gettito non arriva dalle prime case. «L’incidenza, lo scorso anno - ma quest’anno la previsione era nella sostanza identica -, era di 6 milioni e 625 mila euro. Il resto arriva da seconde case, negozi e uffici. Un’altra quota importante arriva dalle aree fabbricabili: nel 2012 avevamo raccolto 4,5 milioni di euro, dei quali solo 2,3 sono rimasti al Comune, gli altri 2,2 sono andati allo Stato. 18,5 milioni vengono invece da altri fabbricati. Le previsioni per il 2013 prevedevano solo un fisiologico aumento per il numero delle abitazioni, ma chi sta pagando un mutuo sulla prima casa e chi ha a carico figli fino ai 26 anni di età godono di importanti riduzioni d’imposta. Il saldo, alla fin sarebbe stato pressoché uguale a quello del 2012».
Invece si butta tutto. «Sì, il nostro servizio era pronto a spedire le lettere di avviso ai contribuenti. Avevamo già stabilito i parametri. Ora l’annuncio del nuovo governo ci costringe a fermare tutta la procedura, in attesa che lo Stato ci dica cosa fare». Non sono previsti rimborsi retroattivi? «Sarebbe un rimborso di una somma già pagata, mi pare improbabile. Nell’eventualità sarà comunque lo Stato a dover restituire i soldi». Con l’Imu era difficile fare i furbi? «Era un azzardo molto rischioso: i beni immobili sono accatastati e vengono verificati. Certo, è anche un gran lavoro: sono 52 mila le posizioni, tra prima, seconda casa, immobili e terreni. I contribuenti che pagavano circa 35 mila».