Impotenza, problemi dopo i 40 anni

Il 12% degli uomini trentini in difficoltà. Le cause? Malattie vascolari, renali, diabete


Sandra Mattei


TRENTO. Nel maschio italiano affetto da gallismo le resistenze nel parlare di sessualità e problemi connessi sono ancora tante. Ma qualcosa sta cambiando e la settimana della prevenzione andrologica è l'osservatorio ideale per analizzare il problema. Tra Trento e Rovereto sono state più di cento le prenotazioni. E Andrea Scardigli, andrologo, conferma: «Il Viagra non è la soluzione». Le visite quest'anno puntavano proprio sul diritto dell'uomo alla sessualità, a qualsiasi età. E il dottor Scardigli, che è specialista in andrologia e lavora attualmente alla sede staccata di urologia a Rovereto, è testimone del cambiamento che i pazienti hanno avuto in questi anni. E' il dodicesimo anno che si rinnova la settimana della prevenzione e per l'andrologo il dato confortante è che le persone che si sono prenotate alle visite gratuite sono più interessate alla salute in senso lato e non sono concentrate sull'ansia di prestazione. «Gli uomini che ho visitato in questi giorni - spiega Scardigli - sono in maggioranza tra i 40 e i 60 anni, fanno sport e hanno un buon livello culturale. Sono interessati soprattutto al controllo della prostata, perché il tumore è la preoccupazione più immediata, ma se alcuni hanno problemi di erezione vogliono risolverli andando alle cause, non ricorrendo al Viagra, che è una soluzione temporanea». I maschi che hanno problemi erettili, precisa Scardigli, sono circa il 12 per cento della popolazione tra i 40 e i 50 anni e possono arrivare al 50 per cento superati i 70 anni. Il cambio di atteggiamento verso il problema non è solo quello del paziente. «Chi si rivolge a noi - aggiunge Scardigli - vuole una diagnosi ai problemi che provocano la mancata erezione, al di là della risposta momentanea. Ma anche la scienza ha modificato l'approccio. Prima si puntava soprattutto sulla sfera psichica del paziente, poi si è dato più peso ai problemi vascolari, mentre ora si ritiene che il problema sia di metabolismo. Si è insomma, ribaltato il concetto: l'impotenza, come la si definiva a suo tempo, è il sintomo di qualche altra disfunzione. Ed allora si deve ancora e sempre puntare su stile di vita, sulla dieta, sul fare movimento e evitare di fumare». Che il Viagra sia una risposta in calo, lo conferma anche il presidente dell'Ordine dei farmacisti, Bruno Bizzaro: «Da 2 anni a questa parte si vendono farmaci che hanno una azione prolungata, come Levitra e Cialis». Farmaci a parte, avere una vita sana, con una dieta ricca di frutta e verdura e poche proteine, fa bene alla vita sessuale. Un dato indicativo, a questo proposito, è che il 30 per cento di chi manifesta problemi di erezione, nel giro di 5 anni sviluppa una cardiopatia ischemica. Ed è da sfatare che i problemi di erezione siano legati all'età. «Certo - afferma Scardigli - la sessualità a 70 anni non è uguale a quella di chi ne ha 40, ma se un maschio è sano può essere attivo sessualmente anche a 80 anni». Piuttosto preoccupa il dato che nella settimana della prevenzione si vedano pochissimi giovani: sembra che chi ha meno di 40 anni non sia interessato. Un atteggiamento che si risconta anche rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili. «Quando si va nelle scuole - spiega Scardigli - per parlare di educazione sessuale e si chiede quali sono le malattie che si trasmettono per via sessuale, tutti pensano all'Hiv, ma non c'è l'informazione su altri vrus, come l'Hpv che è il fattore del tumore alla cervice uterina. Molto pericolosa è anche la clamidia, un batterio che se non curato può portare anche all'infertilità».

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