Il vescovo di Trento: "Acqua, non vendete un dono di Dio"
Presa di posizione di Bressan, che richiama la politica al bene comune. In vista dei referendum del 12 e 13 giugno, l’arcivescovo interviene nel nome della dottrina della Chiesa
TRENTO. La «sorella acqua» di San Francesco, che nel Cantico delle creature definì «multo utile et humile et pretiosa et casta». L'acqua del battesimo, che purifica e dà vita. L'acqua bene comune e dono divino, come l'aria che respiriamo. L'arcivescovo Luigi Bressan, dalle colonne del settimanale diocesano Vita Trentina, lancia il suo monito: «La politica deve far sì che tutti abbiano accesso ai beni che Dio ha affidato all'umanità tutta intera». Il rischio - aggiunge - è di «provocare una nuova categoria di marginalizzazione e di esclusione di quanti non possono accedere ai beni essenziali». Monsignor Bressan, dopo le numerose esternazioni di padre Alex Zanotelli, arriva la sua scelta di campo netta, che impegna tutta la Diocesi. Cosa l'ha spinta a intervenire? E' la tradizione della Chiesa, che è sempre stata costante: ci sono beni fondamentali ai quali tutti devono avere accesso. Ogni forma di privatizzazione porta all'esclusione di chi è più debole. Siamo in una società in cui c'è una crisi economica che non è cessata e in cui la prospettiva è che si debba pagare anche l'acqua, più di quanto dovuto per il servizio ricevuto... Il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, ha scritto ai fedeli un vero e proprio appello a votare sì, affermando che l'acqua tra qualche anno sarà più preziosa del petrolio. Non so se sarà più preziosa, certamente è un diritto di tutti ed è fondamentale come l'aria che respiriamo, come poter viaggiare liberamente, camminare, godere di un paesaggio, riposare. Sono quei beni fondamentali essenziali. L'acqua come l'aria, bene che non può essere privatizzato: il principio è lo stesso. Beh il principio sì, è quello della dottrina cristiana che ho trovato tanto documentato nel'500 e ancora prima, quando si parla di questi beni che sono proprietà dell'umanità intera, non del primo che li prende. Res communes omnium, si dice in latino: le cose comuni di tutti. L'acqua ha un forte significato simbolico nella religione cristiana. Lei ha citato il Battesimo e le splendide laudi di San Francesco. Sì, è il simbolo di Dio che Cristo ha scelto per l'ingresso nella comunità cristiana con il battesimo e che ha voluto santificare con la sua presenza nel Giordano. Anche sotto l'aspetto naturale, l'acqua è dono di Dio, non solo per noi ma per il futuro. Ma poi ricordiamo l'immagine della croce: esce sangue e acqua. Sangue per esprimere l'amore, l'affetto, l'acqua che significa purificazione e vita nuova. C'è sempre questo duplice senso. Il direttore di Vita Trentina, Marco Zeni, nel suo editoriale ha ricordato la svolta pastorale della Cei, con il segretario generale Mariano Crociata che ha incoraggiato i fedeli a votare. Un cambio di rotta rispetto al Ruini che 5 anni fa, al referendum sulla fecondazione assistita, aveva invitato i fedeli ad andare al mare... Sono questioni di cosa si vuole fare. Noi, come Chiesa, siamo sempre per la partecipazione democratica e all'assunzione di responsabilità. Naturalmente si seguono le modalità della legge: quando si vuole che una cosa riesca si procede in un modo, se si vuole che non riesca in un altro, secondo le metodologie che la legge permette. Poteva quindi starci una richiesta di astensione, a suo avviso. Sì, all'epoca sembrò la via migliore: la finalità è sempre quella del bene e della difesa della vita.
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