Il Trentino abbraccia le sue penne nere
In duemila sfilano tra la folla. Andreatta: «Voi siete la nostra storia»
TRENTO. Sono arrivati in duemila per sfilare nelle vie storiche di Trento, ma molti altri erano spettatori tra la folla. C'era tutto il Trentino alpino al 90º della Sezione Ana: 250 gagliardetti (su 270) vogliono dire 250 paesi o città (più dei Comuni) dove le penne nere sono il tessuto, sono la vita del paese stesso. Sono sfilati in cinque blocchi, comprendenti ciascuno le zone e i rispettivi gruppi. Uno spettacolo che i trentini non avevano mai visto, abituati a vedere passare davanti agli loro occhi «indistinte» e compatte file di penne nere. Per il 90º, la Sezione trentina con il suo presidente Giuseppe Dematté e i suoi dirigenti (vicepresidenti, consiglieri sezionali e di zona) si è dispiegata per mostrarsi. Per mostrare chi sono gli artefici di tante operazioni di soccorso dall'alluvione del 1966 al terremoto di Abruzzo, passando per molte altre calamità dentro e fuori i confini italiani. Nell'albo d'oro della Sezioni sono elencati i nomi di luoghi tragici che hanno visto all'opera le penne nere. Nell'intervento celebrativo, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha parlato di «Alpini che sono sempre giovani e protagonisti del loro tempo, lavorano nel presente in imprese grandi e piccole, ma tutte importanti comprese le feste di paese che senza alpini non avrebbero vita. L'Ana è nata dalla guerra per diventare la più importante forza di pace che si impegna in legami con popoli anche lontani». Andreatta ne ha poi sottolineato i valori che li contraddistinguono: il coraggio di mettersi in gioco volontariamente, la capacità operativa, la sobrietà, il lavoro silenzioso senza ricercare la ribalta. «Siete la storia del Trentino - ha detto -, una storia importante; siete custodi dell'identità nazionale, avete rispetto per la persona quando aiutate gli altri anche con un pasto, un sorriso, asciugando una lacrima, una tenda tirata su; la vostra è solidarietà autentica, è entusiasmo per il cappello e il tricolore». Anche le parole del presidente Lorenzo Dellai sono state nette: «Attraverso di voi - ha detto - passa la spina dorsale dell'autonomia etica: siete cittadini che si organizzano per dare, non per ricevere, che si mettono a disposizione con umiltà e generosità, siete un giacimento di etica civile». Infine, il vicepresidente Ana nazionale, Sebastiano Favero. Portando il saluto del presidente Corrado Perona, ha detto: «Siete una testimonianza forte, non solo per i numeri ma per la capacità dimostrata: siete testimonianza di autentica italianità e alpinità». Ha concluso dicendo che «ci saremo ancora per tanto tempo, nonostante non ci sia più la leva, per tutelare quello che noi diciamo sempre nella nostra "preghiera": la patria, la bandiera e la millenaria civiltà cristiana». Era stato il presidente Giuseppe Dematté ad aprire le celebrazioni. «Volevamo far festa con spirito diverso - ha detto - ma l'estremo sacrificio di quattro alpini in Afghanistan ci ha addolorati e partecipiamo al dolore delle famiglie». Ha poi ricordato che la medaglia d'oro al gonfalone di Trento è stata concessa al capoluogo per tutto il Trentino». Ad aprire la sfilata oltre cento gonfaloni di altrettanti Comuni trentini accompagnati dai rispettivi sindaci, molti parlamentari, molti ufficiali alpini e altri militari, il vessillo sezionale, i cori sezionale e «Re di Castello», dieci vessilli Ana di Sezioni ospiti e una delegazione dell'Abruzzo con il vessillo, poi la Protezione civile - Ana Trento e quindi gli alpini trentini. Novanta tricolori per i novant'anni della Sezione hanno chiuso la sfilata.
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