Il “telefono amico” di Mamma Provincia
«Mio figlio carabiniere ha un mutuo da pagare ma guadagna poco: gli servirebbe un lavoretto in nero per arrotondare»
TRENTO. Chiama la ragazza che abita fuori regione, incinta. E il padre del futuro bebè è un trentino. Così almeno ritiene la stessa, che però ne ha perso le tracce. Cose che capitano. Come ritrovarlo? In mancanza di meglio, e chissà con quali speranze, con una telefonata a un numero pubblico di Trento, chiedendo a chi risponde di mettersi alla sua ricerca, sulla base di indicazioni però vaghissime. Chiama poi l’anziana, preoccupata per il figlio carabiniere, che secondo lei non guadagna abbastanza vestendo la divisa dell’Arma. Comunque non a sufficienza per pagare il mutuo e arrivare a fine mese. E chiede un aiuto, la donna, per trovare un lavoretto “in nero” per il pargolo, che gli consenta di arrotondare. In nero. Per un carabiniere. E poi c’è quel signore che chiama tutti i giorni, per annunciare di avere spedito il proprio fax quotidiano, con le proprie ultime squinternate “dichiarazioni”. Che dettagliatamente elenca poi alla sventurata impiegata: il governo, le tasse, Berlusconi, Dellai, Panizza, commenti irriferibili su numerosi sindaci trentini. E poi la religione, papa Ratzinger prima e papa Francesco ora. E le minacce che riceve. E il tempo, certo: visto che sole oggi? Ma domani pioverà, governo ladro... Per poi chiudere la telefonata con la consueta formula: «Bene, per oggi ho detto tutto, ci sentiamo domani».
Mamma Provincia: vecchio luogo comune. Ma i luoghi comuni, dice qualcuno, sono tali perché sono veri. Eccola, la prova: un compendio delle telefonate più incredibili che ogni giorno arrivano al numero 800 90 36 06, il Punto informazioni della Provincia. Che sì, è il primo “front office”dell’istituzione, a disposizione dei cittadini per dare indicazioni sull’ufficio giusto a cui rivolgersi per questa o quella pratica. Ed è ovviamente ciò che accade ogni giorno. Peccato che ogni tanto a quel numero arrivino anche richieste, come dire, un tantino fuori luogo. Come quella di quel signore preoccupato dall’umidità: «Ho la muffa negli angoli di alcune stanze: chi devo chiamare?». E fin qui siamo nell’ambito dell’ordinario, con il Punto informazioni che si prodiga nello spiegare che forse sarebbe di maggior aiuto un idraulico. Ma con la scomparsa del “12”, il servizio di Telecom che dava informazioni circa l’elenco abbonati, in piazza Dante capita di ricevere anche telefonate come questa: «Buongiorno, mi servirebbe il numero dell’officina meccanica Taldeitali di Pergine». Paziente e puntuale, l’impiegata consulta in rete le Pagine bianche e fornisce l’informazione. «Grazie mille - è la risposta - adesso per favore me lo può passare?». E poi c’è chi chiama la Provincia quasi fosse un’agenzia viaggi: come quella ragazza che vuole sapere, senza troppi preamboli, «se mi potete vedere quanto costa un volo aereo per il Sudafrica, sa, tra un po’devo partire...».
Eccezioni? Certo, ci mancherebbe. E chi lavora in qualsiasi ufficio, non necessariamente pubblico, sa bene quanto numerose siano le persone che, magari in buona fede, chiamano per avere le informazioni più strampalate. O per “esternare” considerazioni sufficientemente paranoiche da meritare l’attenzione di uno psicologo. Come la vicenda di quella signora di Milano che al Punto informazioni della Provincia conoscono ormai bene: al punto di evitare spesso di rispondere, vedendo che il numero in chiamata è il suo. Dice di avere gravi problemi ai denti e di non riuscire a risolverlo. Una signora ancora giovane, precisa lei stessa, spiegando anche di insegnare greco e latino. E chissà se sarà vero. È andata addirittura in Svizzera, per cercare di risolvere quel dannato problema ai denti, ma niente da fare: «Mi avevano anche detto che l’intervento era gratuito, poi invece mi hanno mandato il conto». Che vorrebbe non pagare. Ed è proprio dalla Svizzera che chiama Mamma Provincia per chiedere consiglio: «Secondo voi è il caso di andare da un avvocato?». E poi i trasporti, un problema per chi deve salire in Trentino dalla Puglia. Altra storia, altra signora: che vorrebbe arrivare in treno, senza cambiare troppi convogli, destinazione Arco. Dove però la ferrovia non arriva: le viene così spiegato che deve scendere a Rovereto, per poi prendere una corriera. Risposta: «Ma io non voglio fare più di due scali e voglio arrivare ad Arco in treno, come devo spiegarglielo?». C’è comunque anche chi la geografia la conosce bene. E che del Trentino conserva ottimi ricorsi. Ed è la terza storia, la terza signora. Chiama la Provincia per avere un’informazione “normale”, poi chiede con chi sta parlando e di dove è originaria. «Di Rovereto», è la gentile risposta. Carramba! «Ma lo sa che sono stata corteggiata da un uomo di Rovereto per più di un anno, a me non piaceva ma dopo tanta insistenza ho ceduto. Poi si è rivelato un poco di buono…», e via così, a valanga, senza riguardi per l’orologio che corre. E per il tempo dell’incauta impiegata.
Può tutto, Mamma Provincia. Anche trovare gli atti di un convegno svoltosi a Trento sulla condizione della donna. Quando si è tenuto? «Nel maggio del 1979, ci riuscite vero?». C’è poi «quel maledetto problema legato alle gallerie di Trento, mi passa per favore la Gestione strade?», è la rituale richiesta di un signore che, ogni volta, chiarisce di essere cieco. Poi l’anziano che telefona da Zambana, ed è sempre lo stesso ritornello: «Sono Pinco Pallino di Zambana». E dove sta l’inghippo? Nessun inghippo, a meno di non considerare tale la richiesta, peraltro corretta, di avere i numeri verdi dei vari enti: «O di qualsiasi altro ufficio, basta che siano numeri verdi, non quelli a pagamento!». E spiegatelo, a quel signore che chiama a ripetizione per modificare l’indirizzo di invio della rivista della Provincia, che quando telefona dovrebbe mettere il silenziatore a quel pappagallo che canta a squarciagola, altro che Portobello. Ma una telefonata in piazza Dante può sempre aiutare. Come quella ditta il cui responsabile chiamava in vista di una trasferta in un luogo non esattamente tranquillo, la Libia, per partecipare una fiera commerciale. Voleva sapere se c’erano contributi provinciali. Indovinato: c’erano eccome.
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