GUERRE DI RELIGIONE

Il sermone dell'imam: «Non siamo dei terroristi»

Viaggio nella moschea durante la preghiera del venerdì. Presente anche la Cgil: «Siamo con voi»



TRENTO. Immediata la reazione della comunità islamica provinciale dopo l’affissione dei manifesti leghisti contro le moschee trentine. L’imam di Trento Aboulkheir Breigheche, ieri, durante la preghiera settimanale, ha invitato i suoi fedeli a non «cadere nel tranello di chi cerca di dipingerci tutti come terroristi». Il presidente della comunità islamica trentina ha aperto il sermone del venerdì spiegando al centinaio di musulmani raccolti in preghiera che «i manifesti sono un’offensiva poco onesta di certi esponenti politici che pretendono di chiudere le moschee. Chi pensa che i musulmani siano tutti dei terroristi - ha aggiunto - non ha capito cos’è l’Islam». Alla provocazione della Lega Nord, che indica gli spazi religiosi islamici come dei «covi di terroristi» l’imam si difende. «Siamo trasparenti e non abbiamo assolutamente nulla da nascondere». Dopo l’attentato attribuito ad Al Quaeda che l’11 settembre 2001 ha colpito il cuore degli Stati Uniti, secondo Breigheche la comunità islamica trentina è stata spesso vittima di attacchi «ingiusti».

L’imam Breigeche, di fronte a queste provocazioni gratuite lancia un appello ai fedeli. «Dobbiamo continuare ad andare avanti lavorando sodo e concedendo sempre il perdono a chi ci offende senza motivo».

Parole dure verso la Lega Nord che «pur di prendere qualche voto in più insegna l’intolleranza e gioca sulle paure inconscie della gente». Non è la prima volta che la comunità islamica viene presa di mira e «dichiarazioni estremiste portano a reazioni estremiste» continua Breigheche, ricordando il fatto di cronaca del luglio dello scorso anno. In quell’occasione un bambino di sei anni era stato colpito e ferito da un sasso lanciato all’interno della moschea durante la preghiera settimanale.

L’episodio, sicuramente doloso, aveva creato il problema sicurezza nelle moschee trentine, dove «non s’insegna l’odio o l’intolleranza - continua l’imam -, ma insegnamo i valori pace, solidarietà e fratellanza. Spieghiamo il Corano e ci occupiamo delle persone in difficoltà». Per questo, secondo Breigheche, la moschea di Trento è ancora troppo piccola. «Vogliamo più spazi per pregare» incalza il presidente rivolgendosi all’amministrazione comunale.

Le chiese sono dei monumenti importanti nei territori musulmani e «non ci permettiamo di chiuderne una, solo perché qualcuno ha strumentalizzato un luogo di culto cristiano» afferma Breigheche. Il Carroccio con il manifesto ha collegato la caduta delle Torri Gemelle e il terrorismo di Al Qaeda, rappresentato da Bin Laden, alle moschee trentine e insinuato che all’interno di esse si escogitino piani destabilizzanti. «È sbagliato fare di tutta un’erba un fascio e puntare il dito contro tutti i centri islamici».

Breigheche inoltre non se la sente di condannare i maghrebini coinvolti nella faccenda di Perugia del mese scorso. Nella moschea di Ponte Felcino erano stati ritrovati oggetti utilizzati per il comando a distanza di ordigni esplosivi. «Alla fine anche loro saranno innocenti e li rilasceranno».

Dimostrazioni di solidarietà a fine preghiera sono giunte dal segretario della Cgil, Ruggero Purin. «Vogliamo appoggiare la comunità islamica trentina. La strada giusta è quella del dialogo, non quella di fomentare l’odio e la paura». Si è associato anche Antonio Rapanà, responsabile del coordinamento immigrati della Cgil. «Siamo arrabbiati per le aggressioni verbali che avete dovuto subire e - rivolto ai fedeli islamici continua - non siete soli».













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