Il segreto di Babbo Natale svelato in classe
I genitori: «I bambini hanno diritto all’innocenza». La dirigente: «Forse poco tatto dalla maestra»
ROVERETO. Il segreto dell’esistenza di Babbo Natale, ogni buon papà e mamma ci tiene a rivelarlo in prima persona ai propri figli. Rovinare la magia del Natale è sempre una questione delicata e ognuno, nel suo piccolo, ha il proprio choc storico da raccontare (a volte ancora da smaltire, malgrado siano passati anni). É capitato che nei giorni scorsi una maestra delle primarie Dante Alighieri abbia toccato l’argomento e rendendosi conto che oltre la metà della sua classe aveva scoperto la verità, ha chiesto quanti credessero tuttora all’esistenza di Santa Claus. Con sorpresa ha notato che erano ancora parecchi, per essere una quinta elementare. Così ha reso edotti i suoi allievi, suscitando però la rabbia di alcuni genitori, che sull’episodio hanno messo insieme dei ragionamenti ispirati al buonsenso. Secondo la loro versione, la maestra avrebbe addirittura irriso agli ultimi illusi, spiegando loro che Babbo Natale viene e artificialmente tenuto in vita come veicolo pubblicitario, ma solo perché sotto Natale è un testimonial insostituibile. «Noi tutti, sia quelli i cui figli ancora ci credevano come quelli che ormai avevano spiegato la realtà - spiegano le mamme e i papà -, siamo rimasti sgomenti e ci siamo interrogati circa l’accaduto. Siamo concordi e solidali nel ribadire che siamo tutti contrari a queste considerazioni e ancora di più lo siamo al fatto che vengano esternate in ambito scolastico. Ha diritto una maestra di sconfinare nell’ambito di “piccole illusioni di innocenza” di un bambino e di prevaricare l’ambito familiare?» La dirigente dell’istituto comprensivo Rovereto Sud Patrizia Lucca ha subito verificato il caso. «Forse - ammette - la maestra, un’ottima insegnante con esperienza, stavolta ha agito con poco tatto, ma posso capire la sua difficoltà. Quando è emerso che alcuni bambini della sua quinta credono ancora a Babbo Natale, ha avuto un’espressione di sincera sorpresa, perché pensava che a dieci anni fossero già al corrente di come stanno le cose». Di sicuro, continua la dirigente, non ha canzonato chi mantiene intatta la propria fede, ma non poteva nemmeno sostenere, di fronte a chi si è appena emancipato dal mito, che Babbo Natale esiste davvero, pena la perdita irrimediabile della propria credibilità di insegnante di fronte a buona parte della classe. Insomma, nessuna volontà prevaricatoria nei confronti delle famiglie. La maestra è solo scivolata sulla carta dei regali, rovinando forse la magia, ma in buonafede. (gi.l.)