“Il racconto del Cermis” secondo Cagol
Supermario si dà al teatro civile e recita il testo di Loperfido: «Da tempo pensavo a un nuovo registro»
TRENTO. Il testo è nel solco della tradizione del teatro civile ed a suo tempo è stato molto elogiato anche fuori dalla regione. È “Ciò che non si può dire - Il racconto del Cermis”, scritto da Pino Loperfido che si aggiudicò nel 2001 il Premio Bolzano Teatro, interpretato da un particolarmente ispirato Andrea Castelli. Ora, dopo 16 anni, e nel ventesimo anniversario della tragedia del Cermis, che vide il 3 febbraio del 1998 il Prowler americano tranciare la fune della funivia causando la morte di 20 sciatori, a riportarlo in scena è Mario Cagol. Sì, quel Mario Cagol che ci ha abituato ai suoi esilaranti sketches e doppiaggi di film di successo, ha scelto di cimentarsi con un testo drammatico.
Del resto, non è raro che attori comici facciano interpretazioni drammatiche magistrali (basti pensare a Totò, scelto da Pasolini per “Uccellacci e Uccellini”). Senza fare paragoni azzardati, Mario Cagol spiega che da tempo stava pensando di emozionare il suo pubblico con un registro diverso da quanto fatto finora. «In realtà - racconta - mi ero imbattuto nel testo di Pino Loperfido quando l’aveva appena scritto. E, dopo avere letto alcune pagine, avevo messo nella sua cassetta delle lettere la proposta di interpretarlo. Poi sappiamo che ha vinto il premio a Bolzano e l’ha interpretato Andrea Castelli. Con Loperfido ci siamo ritrovati nelle collaborazioni con Radio Rai: siamo amici da anni ed è stato lui ha propormi di interpretare la versione radiofonica del testo sul Cermis. Così è stato ed all’inizio dell’anno è andato in onda nella programmazione regionale di Rai Radio Uno. Un progetto apprezzato, anche perché il testo è stato aggiornato, con l’esito del processo che ha visto i piloti processati negli Usa, con una pena irrisoria».
Mario Cagol è convinto che il testo rivisto e corretto sia più completo per esprimere una verità universale: nelle grandi tragedie a pagare due volte sono sempre le vittime, quando non ottengono giustizia. «Basta guardare cosa sta succedendo con il crollo del ponte di Genova - commenta Cagol - Un grande lavoro è stato fatto con il regista Mirko Corradini di Estroteatro, che ha creduto subito nel progetto. Abbiamo condiviso scelte per una rappresentazione su diversi piani narrativi. Per rendere più fluido il racconto del sopravvissuto, abbiamo inserito un’altra persona, con cui dialogo, che è il musicista Alessio Zeni. Lui ha composto delle canzoni in lingua inglese, che si alternano alla narrazione. Questo per dire che ci ho messo molto del mio e devo ringraziare Corradini che ha accettato le mie proposte, intuendo che per me questa è una sfida importante». Cagol ha anche incontrato il parroco, il sindaco e il parroco di allora. Ora è impegnato a tempo pieno nelle prove in vista del debutto che sarà il 12 ottobre nel teatro di Villazzano. Sono già fissate repliche al Cuminetti, a Borgo, Riva, Levico, Caldonazzo e in febbraio, a Cavalese.