San Michele

Il «pirata» che ha investito il medico Cappelletti ai domiciliari

E' Luca Giuliani, 42 anni, di Mezzocorona. Oggi il funerale del dottore


di Luca Marognoli


TRENTO. Il “pirata di San Michele”, se lasciato a piede libero, può causare altri incidenti mortali. Circolava senza patente e senza assicurazione il giorno della tragedia costata la vita al dottor Fabio Cappelletti, lunedì della scorsa settimana. E secondo gli investigatori è ragionevole pensare che avesse utilizzato quell’auto, una Punto blu ricercata per quasi una settimana, da quando l’aveva comprata, circa un mese fa. Inoltre ha negato per ben due volte il suo coinvolgimento nell’incidente da lui causato, dandosi poi alla fuga.

Ce n’è abbastanza, secondo il gip Francesco Forlenza, per disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari. Provvedimento richiesto dalla pm Licia Scagliarini e notificato ieri pomeriggio a Luca Giuliani, 42 anni, di Mezzocorona, accusato di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso, reato che prevede una pena minima di 5 anni di reclusione e una revoca della patente fino ai 30 anni, oltre che dal fatto di non avere i documenti necessari alla guida di un veicolo.

L’uomo era stato denunciato domenica dopo una complessa attività investigativa che aveva coinvolto un pool composto da polizia stradale, squadra mobile e carabinieri. Non poteva essere arrestato perché mancava la flagranza del reato, consumato sei giorni prima, né era stato ravvisato un pericolo di fuga, vivendo lui con la madre, che accudisce a Mezzocorona. Il timore di non potersi più prendere cura di lei è una delle giustificazioni addotte da Giuliani per spiegare la sua condotta dopo l’investimento del medico: la decisione di non costituirsi e di nascondere le sue responsabilità. Ma di questo atteggiamento (la valutazione della personalità ha il suo peso) avrebbe tenuto conto anche l’accusa nel chiederne, ottenendoli, i domiciliari.

Il conducente della Punto ha negato di essere l’autore dell’investimento stradale in due occasioni, il 26 e il 27 ottobre, agli ispettori della stradale che lo hanno sentito e che comunque avevano chiesto il sequestro della vettura; si era convinto a parlare, finalmente, solo davanti al capo della mobile Salvatore Ascione. Anche il fatto che sia andato fino a Brescia per cercare uno specchietto da sostituire a quello perso sul teatro dell’incidente dimostrerebbe la sua mancanza di collaborazione.

C’è poi da considerare il fatto che l’uomo abbia circolato per diversi giorni guidando un’auto senza assicurazione e senza patente (che gli era stata ritirata anni addietro). Tutti questi elementi contribuiscono a tracciare un quadro sia psicologico che legato a una condotta continuata del 42enne, che ha convinto il gip Forlenza del rischio che Giuliani possa porsi nuovamente alla guida di un veicolo, mettendo a repentaglio l’incolumità altrui.

Per concedere la misura cautelare era inoltre necessario che la pena in concreto, pesate quindi le attenuanti e le aggravanti, fosse superiore ai 3 anni.

Le indagini sulla dinamica. Intanto la Procura (titolare delle indagini, con la pm Scagliarini, il procuratore Marco Gallina) ha fatto fare una ricostruzione planimetrica del teatro dell’incidente e realizzare delle foto diurne. È stato appurato che vi sono tre varchi pedonali (la linea di mezzeria era interrotta) per l’attraversamento stradale a poca distanza l’uno dall’altro. Ciò significa che il dottor Cappelletti poteva passare da una parte all’altra della strada, sembra con l’obiettivo di raggiungere il marciapiede sul lato opposto. Quanto alla segnaletica verticale, sembra che in quel punto per chi viaggia verso nord - quindi per l’Audi che ha arrotato il ciclista - ci sia il limite dei 70, mentre per chi va verso sud - l’auto di Giuliani - ci siano i 50 all’ora.

Per la Procura è verosimile che sia stato il secondo impatto a causare la morte di Cappelletti e che in quel momento il medico si trovasse per terra (o si stesse rialzando). Non si può ancora dire però se l’urto fosse evitabile ad un’andatura rispettosa dei limiti e delle condizioni meteo e stradali. L’iscrizione sul libro degli indagati anche del conducente dell’Audi è un atto dovuto che ha anche lo scopo di consentirgli di difendersi nelle varie fasi di ricostruzione della dinamica.

Oggi intanto a San Michele verranno celebrati i funerali di Cappelletti, alle 14.30.













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