Il Pd si spacca su Dellai Il gruppo attacca Civico
Il consigliere aveva ironizzato: «Un’oca di Lorenz chi segue l’ex governatore» Dorigatti, Olivi, Manica, Zeni e Maestri: «È ossessionato, ha già fatto danni»
TRENTO. Da una parte il consigliere Mattia Civico che cita le «oche» di Konrad Lorenz, dall’altra tre quarti del gruppo consiliare che lo accusa di essere «ossessionato» da Lorenzo Dellai. Come in un copione già visto che riporta alla luce le diverse anime del partito, il Pd torna a spaccarsi sull’ex governatore. Anime che questa volta si dividono sulla convention promossa sabato da Dellai, che ha voluto rilanciare il centrosinistra e rafforzare l’asse tra Pd e Upt. Ma la partecipazione all’evento diventa fonte di scontro tra i dem, divisi sulla prospettiva di un’iniziativa che ha segnato il ritorno in campo (trentino) dell’ex presidente.
Domenica mattina il consigliere Civico, affidandosi a versi in rima e citando l’etologo Konrad Lorenz, aveva ironizzato paragonando i partecipanti del suo partito alle «oche di Lorenz(o)», pronte a seguire l’ex governatore in qualunque suo ondeggiamento «al centro e a manca». Ironia che non è piaciuta per niente allo stato maggiore democratico che alla convention era presente (il vicepresidente Alessandro Olivi e il consigliere Luca Zeni sono anche intervenuti). Hanno lasciato passare la domenica, durante la quale è intervenuta la segretaria Giulia Robol a ribadire alcuni paletti per future alleanze con l’Upt. Ma ieri, giorno dell’Immacolata, è arrivata una nota congiunta firmata da cinque componenti del gruppo consiliare: il presidente del consiglio Bruno Dorigatti, il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, il capogruppo Alessio Manica, i consiglieri Luca Zeni e Lucia Maestri. Mancano, oltre allo stesso Civico, Donata Borgonovo Re e Violetta Plotegher (della stessa area del consigliere) e l’assessora Sara Ferrari.
La nota replica alla citazione di Lorenz con Tito Livio e Sigmund Freud, e la sostanza è un duro attacco a Civico. I firmatari ricordano un suo altro fotomontaggio, del 2011, che ritraeva Dellai nelle vesti di Putin, alludendo a una sua autoritaria volontà di rimanere ancorato alla politica provinciale e incoronare Pacher come suo successore: «Il fotomontaggio piuttosto dozzinale, la previsione politica del tutto sbagliata», accusano, «quello scatto di ingegno un risultato lo ottenne: contribuì a far maturare nell'allora vicepresidente della Provincia la volontà di non proseguire il suo impegno politico e amministrativo, tanto era avvelenato il clima interno al Pd. E le primarie di coalizione, auspicate nel testo che condiva il fotomontaggio, sappiamo che esito hanno avuto». Dorigatti, Olivi, Zeni, Manica e Maestri rivendicano di aver partecipato all’incontro di Dellai «autonomamente e criticamente». E a Civico consigliano due testi. Ab urbe condita di Tito Livio, dove le oche sventano l’assalto dei Galli a Roma: «Crediamo che al Trentino sia più utile l’operosa modestia delle oche che la protervia dei sommi poeti domenicali». E L’interpretazione dei sogni di Freud: «Si possono trovare notevoli spunti per capire le proprie ossessioni inconsce, condizione necessaria per liberarsene».
©RIPRODUZIONE RISERVATA