«Il Pd non tema Dellai sì al cantiere con l’Upt»

Il capogruppo dem Manica: «Sbagliato chiudersi perché oggi siamo più forti Sul territorio questo incontro è già realtà, partiamo con le comunali»


di Chiara Bert


TRENTO. «Sul territorio, nella stragrande maggioranza dei Comuni, l’incontro tra le nostre culture politiche è già realtà. Il Pd non tema Opa ostili di Dellai e accetti la sfida dell’Upt». Alessio Manica, capogruppo provinciale del Pd, non potrebbe essere più netto. Per lui il «cantiere democratico», o come si chiamerà il nuovo progetto lanciato da Lorenzo Dellai, va avviato già alle prossime comunali di maggio. Senza paure.

Manica, perché serve un nuovo soggetto politico?

Se il Pd vuole accettare la sfida di essere il luogo di pensiero che attrae e federa attorno a sè sensibilità e storie diverse rispetto alle sue originarie, anche in Trentino deve evolversi. Oggi siamo il partito nazionale del voto d’opinione, dobbiamo rafforzarci rispetto al rapporto con il territorio che è il nostro tallone d’Achille. Se vogliamo accettare questa sfida, è evidente che il dialogo con l’Upt, con la sua tradizione popolare, è un dialogo necessario. Qualcosa che non è solo la somma di due identità, ma qualcosa che può essere molto più forte e molto più utile per disegnare un nuovo sviluppo del Trentino.

Già alle elezioni comunali di maggio?

Io sono molto felice del passo fatto dalla dirigenza dell’Upt che invita a cominciare a ragionare già alle amministrative. Io penso che il Pd a questo tavolo debba esserci e confrontarsi. Uscendo dalla dimensione delle città, che può essere più difficoltosa, nella stragrande maggioranza dei Comuni questo meticciato tra le provenienze c’è già. La costruzione di luoghi unitari è fattibile, e permetterebbe di costruire prima delle convergenze sui temi che sarebbero solo di aiuto alle amministrazioni. A Villa Lagarina lo facciamo già da due mandati. È un percorso faticoso all’inizio, ma poi nella coesione e nel messaggio all’elettorato si rivela vincente.

Ha senso questo cantiere nel momento in cui il Pd di Renzi si propone come un partito a vocazione maggioritaria?

Il Pd non deve vedere questo progetto come una perdita di sovranità, ma come una possibilità di potenziarsi, di concretizzare il mandato di una forza federatrice rispetto a questo territorio. Solo il Pd può farlo, perché ha un respiro nazionale che nessun altro può offrire. Questa è l’occasione per il Pd di diventare più territoriale e per chi è territoriale di alzare un pò lo sguardo e il respiro. Un reciproco beneficio.Sarebbe sciocco che questa operazione servisse solo a riunire le anime che a suo tempo dalla Margherita si divisero tra Pd e Upt. Qui deve trovare spazio anche chi viene da sinistra.

Siete pronti a rinunciare al simbolo del Pd?

Il Pd non deve pensare di rinunciare al simbolo, sarebbe da sciocchi. Credo che neppure Dellai lo pensi, danneggerebbe lo stesso progetto. Il Pd è in una fase di forte traino, l’operazione che a livello nazionale sta facendo Renzi è già di guardare oltre, sappiamo tutti che l’andamento elettorale può essere oscillante se non riesci ad aprire prospettive di lungo periodo. Chiudersi perché in questo momento siamo i più forti mi sembrerebbe sbagliato. Ricordo che alle Comunali di maggio in una trentina di Comuni ci sarà il simbolo del Pd,in tutti gli altri già oggi la realtà è fatta di simboli delle civiche. Guardiamo se ci siamo con le idee e con le persone invece di preoccuparci dei simboli.

Molti nel Pd temono che questa sia un’operazione di Dellai per rientrare in gioco.

Il destino di Dellai lo si vedrà. Io ho sempre detto che Dellai è una risorsa di questo territorio che non va persa, ma non ho l’ansia che un progetto politico sia il modo per garantirgli un nuovo incarico parlamentare.

Quanto pesa sulla nascita di questo cantiere la spinta espansiva del Patt?

Una prospettiva di scomparsa dell’Upt, che qualcuno può leggere nella campagna acquisti del Patt, è una prospettiva scellerata per la coalizione. Quel mondo è un elemento di cerniera fondamentale tra Pd e Patt che ha tenuto in piedi la coalizione.

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