Il Patt: «Subito i tagli alle indennità»

Il partito deposita in consiglio provinciale la sua proposta: «Doveroso»


Luca Petermaier


TRENTO. Qualcosa si muove. Si muove davvero. Vale a dire nelle sedi istituzionali e non più solo sul giornale. Non che le adesioni finora giunte al nostro appello non rappresentino segnali vincolanti per chi le ha sottoscritte. Il fatto è che ieri il Patt ha bruciato tutti sul tempo e ha depositato in consiglio provinciale e regionale un documento nel quale chiede - per la prima volta ufficialmente - il taglio dell’indennità consiliare del 10%. E molto altro.

La richiesta di modifica del regolamento consiliare porta la firma dei due capigruppo, Michele Dallapiccola (in consiglio provinciale) e Mauro Ottobre (in quello regionale) incaricati dal partito di elaborare una proposta capace di rispondere alle pressanti richieste di «buon esempio» alla politica a cui l'iniziativa del Trentino ha dato voce.

Gli autonomisti sono andati oltre, con proposte ampie e complessive di contenimento di quei costi della politica che la gente fatica a comprendere, cogliendo per primi il malessere emerso dalle tante adesioni al nostro appello e sapendole tramutare in una proposta concreta e pronta per essere discussa fin da subito. «Basta la volontà politica» - dice il segretario del partito Ugo Rossi, uno che sa leggere bene gli umori della zent trentina e (da buon politico) si muove di conseguenza.

Ma veniamo al documento. Il Patt - si legge - si muove «alla luce della situazione economica mondiale che non dà cenni di miglioramento e della profonda crisi in cui si trova il nostro Paese». Il partito condivide «l'esigenza di diminuire le spese e l'obbligo politico e morale di partecipare, con tutti i cittadini, a dei sacrifici per migliorare la situazione nazionale e della nostra provincia».

Una premessa carica di preoccupazione che introduce i provvedimenti che il Partito autonomista - dice - «a breve presenterà nelle opportune sedi». Eccoli:
1) riduzione delle indennità del 10%;
2) riduzione del 10% delle spese di funzionamento dei gruppi provinciali e regionali;
3) riduzione del 10% delle spese di rappresentanza a disposizione dei componenti della giunta provinciale e del consiglio provinciale;
4) riduzione di tutte le maggiorazioni per indennità d'incarico amministrativo (giunta ed ufficio di presidenza provinciale e regionale) pari al 10%;
5) cancellazione dei rimborsi chilometrici a tutti gli aventi diritto in occasione dei consigli, siano essi provinciali che regionali;
6) cancellazione del gettone di presenza consiliare;
7) cancellazione della libera circolazione da parte dei componenti della giunta e del consiglio lungo l'A22;
8) impegno nelle sedi opportune ad una riduzione del 10% delle indennità di amministrazione delle società partecipate della Provincia;
9) impegno nelle sedi opportune ad una riduzione del 10% degli stipendi superiori ai 110 mila euro dei quadri provinciali.

Il documento del partito - come si vede - è molto ampio e circostanziato. Spiega il segretario Ugo Rossi: «Da quando sono assessore io non ho mai ritirato il tesserino per viaggiare gratis in A22 e ho dato disposizioni che da luglio non mi venga più versato il rimborso chilometrico per il tragitto casa lavoro. La nostra - continua Rossi - è una proposta molto seria su cui siamo disponibili a dialogare sia con la maggioranza che con le opposizioni a patto, però, che non venga snaturata. Sono convinto che queste misure, una volta attuate, non faranno venir meno le voci critiche verso i privilegi della classe politica, ma il momento è particolare e grave ed era giusto dare subito un segnale forte».













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