Il Parco San Marco rivive con un ristorante di pesce
È realtà il trasferimento del Terramia da via Calepina nello storico ex Chiesa Nuova illuminazione e collaborazione con il Comune per rilanciare l’area
TRENTO. La famiglia Coppola ci stava lavorando da mesi, da quest’estate, quando avevamo anticipato la notizia. Ed ora nel pieno delle festività natalizie hanno portato a termine il loro progetto: quello di trasferire il fortunato ristorante Terramia, sino alla settimana scorsa in via Calepina, nel parco San Marco. L’intenzione è quella di offrire alla clientela che ha dimostrato di apprezzare le loro proposte di pesce una location più ampia: e lo storico palazzetto che ha ospitato per decenni il ristorante Chiesa si è rivelato la giusta occasione per avere una sala grande in una situazione però di indubbio fascino.
In questi mesi si è lavorato d’intesa con il Comune che aveva tutto l’interesse per rilanciare un parco molto bello, all’ombra del Castello del Buonconsiglio ma che, come è nel dna di molte aree verdi pubbliche, “soffriva” per la mancanza di una giusta frequentazione. Ecco allora che un’attività economica strutturata anche su una presenza serale potrebbe essere la giusta soluzione per ridare vita al bel parco.
La ristrutturazione mirata degli ambienti interni, l’illuminazione degli esterni e la proposta collaudata della cucina dovrà riuscire dove, negli ultimi anni, non hanno avuto fortuna le gestioni che sono seguite.
Come si è visto i successi del Chiesa (il ristorante gestito per decenni da papà Sergio e del nuovo format affidato poi al figlio Alessandro) non hanno avuto eguale seguito fortunato nelle proposte gastronomiche che si sono succedute.
I tempi cambiati, le nuove mode di una ristorazione in continua evoluzione, non hanno avuto lo sviluppo che speravano. Lo storico palazzo è vuoto da anni e ai Coppola è servito un attento lavoro di ristrutturazione per ridare vita al locale: ma il progetto non è un classico investimento di privati, visto che proprio il parco (centralissimo ma allo stesso tempo discosto) è snodo fondamentale per il successo dell'iniziativa.
In che modo c’è stata la collaborazione tra pubblico e privato? Palazzo Thun, tramite il proprio dirigente ai parchi e giardini Roberto Leonardelli, si è mossa per facilitare l'utilizzo di quell'angolo di verde, soprattutto nell'ottica di una maggiore sicurezza. Come è avvenuto per piazza Dante si cercherà di ridurre al minimo la burocrazia e di facilitare chi vuole dare impulso a spazi cittadini ora sotto utilizzati. In particolare si è lavorato sulla qualità e sulla quantità di illuminazione nel parco San Marco, per dare sicurezza ai frequentatori serali senza andare ad intaccare la bellezza crepuscolare del giardino. In altre parole, Daspo o meno, il miglior approccio per una città sicura è quello di rendere vivo e vivibile ogni suo angolo. Alle proposte di pesce sarà affiancata la pasticceria campana.