Il «Nuovo Cinema Paradiso» a Levico

Il "premio Oscar" Tornatore interessato al rilancio della sala chiusa da anni


Antonio DeCarli


LEVICO TERME. L'ex Cinema Caffè Città diverrà il "Nuovo Cinema Paradiso"? Magari il nome non sarà proprio quello del film Premio Oscar di Giuseppe Tornatore, ma potrebbe essere proprio il regista, interssato a rilanciare le vecchie sale cinematografiche del '900, ad occuparsene.

Giuseppe Tornatore ed i suoi collaboratori hanno, infatti, recentemente visitato la struttura ancora esistente in città. Lo scopo è stato anche di ragionare anche su un eventuale recupero come "archeologia del cinema" della sala di Levico Terme.  Tornatore, nato a Bagheria nel 1956, è regista e scrittore noto anche per il suo impegno civile, oltre che alle diverse pellicole realizzate che hanno riscosso sempre un successo di pubblico in Italia e all'estero.

È lecito, bilanci comunali permettendo, chiedersi come quando chi e che cosa se ne farà dell'ex Cinema Caffè Città inutilizzato dal lontano 1992 quando Anny e Tullio Lamber chiusero i battenti pressati dall'invadenza di televisione, videocassette, computer che hanno messo alla corda tutte le sale cinematografiche d'Italia.

Il Comune, dopo avere acquistato lo scorso anno tutto il compendio, questa estate ha sostenuto l'iniziativa "Cosa ci facciamo qui" proposta da due architetti levicensi Raffaele Cetto e Alessandro Vergot laureati a Venezia. Proprio in questi giorni è stata consegnata al sindaco una brochure fotografica con gli esiti del sondaggio fatto tra turisti e residenti per raccogliere idee e proposte, alcune delle quali molto interessanti scaturite anche nel dibattito pubblico moderato dal caporedattore del Trentino Paolo Mantovan.

Il sindaco Gianpiero Passamani in merito sottolinea che «il regista Tornatore ha un suo progetto che non riguarda solo Levico. Per noi è significativo che ci sia stato questo interessamento ed apprezzamento per la nostra città oltre al fatto che se ne parli a livello nazionale portando di conseguenza una importante visibilità. Per scegliere cosa fare, anche sulla base di ipotesi che si sostengano economicamente, faremo un concorso di idee aperto a vari professionisti.

Secondo noi il compendio dovrebbe diventare innanzitutto un Polo della Cultura a cui affiancare alcune attività economiche, spazi verdi e una piazzetta che rompa la continuità edificata e che contemporaneamente colleghi via Garibaldi con il centro». Il problema è però come si finanzierà un'opera tanto importante per la città. «È nostra intenzione - spiegavano qualche tempo fa i due architetti Raffele Cetto ed Alessandro Vergot che hanno portato a termine l'iniziativa "Cosa ci facciamo qui"- fare proposte credibili, realizzabili e soprattutto che possano trovare concrete possibilità di finanziamento interamente pubblico o con la partecipazione di qualche privato».













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