Il Molino Dorigoni sarà un museo

Il Comune di Civezzano e l’Ecomuseo Argentario lo aprono al pubblico proponendo visite guidate


di Fernando Valcanover


CIVEZZANO. Il Molino Dorigoni, edificio nel quale dal 1858 e fino ai primi anni Ottanta del secolo scorso si è svolta un’intesa attività artigianale di macinazione dei cerali, dal frumento al granoturco, alla segale, diventa un museo. La giunta del Comune di Civezzano, preso atto che nei programmi dell’Ecomuseo Argentario è inserito come reperto della storia ed economia locale, oltre che per motivi culturali anche l’antico edificio in località Slacche - Mochena, ha approvato una convenzione per l'apertura alle visite del molino, entrato tra le iniziative previste appunto dall’'Ecomuseo.

Il Molino Dorigoni, come ci ha ricordato Sandro Dorigoni, comproprietario e attuale presidente della Sat di Civezzano, è stato gestito nel secolo scorso dai fratelli Giuseppe e Alfredo Dorigoni. Funzionava fin dalla sua nascita con l’acqua portata nei da una condotta che arrivava dal vicino rio Silla, forza dell’acqua che trasmetteva il movimento ai macchinari all’interno dell’edificio.

La decisione dell’amministrazione di dar modo alle persone di vedere da vicino un mulino “vecchia generazione”, testimone dell’attività svolta in passato sul territorio, va nel senso di completare e rilanciare l’offerta turistico - culturale dell’Ecomuseo. Decisione che si richiama anche ad una precedente delibera, che approvava una convenzione per l’apertura al pubblico di questa struttura, stipulata tra il Comune di Civezzano e i proprietari del Molino Dorigoni, ma scaduta lo scorso anno. L’iniziativa era stata approvato in precedenza dal Comitato di indirizzo e dal Comitato di gestione dell’Ecomuseo, che l’ha inserito nel budget di spesa 2013. La convenzione affida l’intervento direttamente al Comune di Civezzano. Per i cinque proprietari è previsto un compenso annuo forfettario lordo di 500 euro.

Il Molino Dorigoni in località Slacche, rappresenta una delle strutture che meritano di valorizzarne il significato storico culturale permettendo ai residenti e turisti di visitarne alcuni locali particolarmente significativi per il mantenimento della memoria storica e delle tradizioni locali. All’interno dei locali si possono, infatti, vedere attrezzature e macchinari nello stato in cui i fratelli Dorigoni hanno smesso le lavorazioni. L'apertura al pubblico avviene nella forma delle visite guidate e su appuntamento, con gruppi organizzati, per un minimo di 12 visite all’anno, in date e orari da concordare con la direzione dell’Ecomuseo Argentario.

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