Il giudice: «Non si lavora nelle festività»
Grande distribuzione, sentenza pilota a Rovereto nella causa dei sindacati della Uiltucs per i dipendenti Eurospar di Arco
ROVERETO. Quella del giudice Michele Cuccaro è una sentenza che non avrà un valore solo locale, ma nazionale e riconosce il diritto di tutti i dipendenti della grande distribuzione di poter non lavorare nei giorni riconosciuti come festività, anche se l'obbligo è presente tra le norme contrattuali sottoscritte all'atto dell'assunzione. Una causa pilota - come l'hanno definita Largher e Salvetti della Uiltucs - che proprio per il suo essere a rischio, il sindacato aveva deciso di assumersi in prima persona le spese legali. Invece il caso sollevato da tre dipendenti dell'Aspiag di Arco (l’Eurospar), involontariamente rappresentative di tutta la categoria (una nonna, una mamma divorziata con figlio ed un moglie con figli a carico ed il marito anche lui dipendente di una grande distribuzione, tutte sui quarant'anni), ha avuto uno sbocco positivo per una sentenza pubblicata l'8 marzo. Data significativa perché il 68% dei lavoratori della grande distribuzione, è donna.
Riassumendo la vicenda di queste tre lavoratrici tutto inizia due anni fa, quando la rinuncia alla festività lavorativa fu tempestivamente comunicata e sostituita da un piano di rotazione delle presenze. L'Aspiag non accettò la situazione e dopo le prime assenze, inviò le relative contestazioni, fino ad arrivare a quattro giorni di sospensione non retribuiti. A quel punto il sindacato avviò la prima procedura legale (l'altra andrà a sentenza a maggio ed è per la richiesta danni presentata da Aspiag per lo sciopero proclamato in coincidenza di una festività lavorativa) per ottenere il riconoscimento del diritto di scegliere se lavorare o meno.
Alla luce di questa sentenza nei confronti della quale i sindacati si aspettano comunque il ricorso, potrebbe anche succedere che il centro commerciale decida per l'apertura, ma con personale ridotto nei singoli punti vendita: «Tutto nasce dal decreto Salva Italia di Monti che permette l'apertura no stop delle attività commerciali che ha finito per coinvolgere tutti i giorni dell'anno. Una novità che a nostro giudizio - hanno rimarcato i sindacalisti - non è supportata da un aspetto economico. Tutto da dimostrare che alle aperture straordinarie corrispondano guadagni straordinari, come non c'è nessun rapporto favorevole con l'occupazione. Un esempio? Quando l'Obi era chiuso alla domenica ed il lunedì mattina aveva 65 dipendenti; con l'apertura sette giorni su sette ad orario prolungato, ne ha 45».
Importante come di fatto vengano annullate specifiche clausole contrattuali sottoscritte all'atto dell'assunzione che potrebbero essere difformi rispetto agli accordi base, nel rispetto della libera scelta che deve essere riconosciuta a ogni dipendente.