Il gazebo, jolly della Lega tra la gente 

Ieri Salvini ringraziava gli elettori a Milano, Fugatti ed i suoi in piazza Duomo: «Abbiamo 30 strutture pronte in pochi minuti»



TRENTO. «Voleven veder se te gheri anca ancoi». Il fact checkhing dell’elettore medio della Lega Nord? Ai gazebo del Carroccio:«Eh sì, a Borgo, al mercato, ne abbiamo fatto uno anche l’altra mattina, a 48 ore di distanza dal voto. Con la gente che ti vuole prendere per il braccio, farti i complimenti. Qualcuno anche insultarti...» se la ride Maurizio Fugatti, neoparlamentare della Lega. E, infatti, ieri mattina, giorno di mercato a Trento, in via Belenzani, c’era un altro gazebo del Carroccio, allargato anche agli alleati di Fratelli d’Italia. «Per ringraziare gli elettori», mentre Matteo Salvini faceva analoga mossa a Milano.

Insomma nell’era della comunicazione virtuale, la Lega punta (e vince, a quanto pare) proprio sul fatto di stare il più possibile, sul territorio: «Vi ricordate che, proprio in un’intervista al vostro giornale, avevo detto che io in Valsugana c’ero cinque anni fa e che ci sarei stato anche dopo? I miei competitors erano apparsi in quel collegio che degli alieni. Per quanto mi riguarda mi aspettavano a che ad urne scrutinate e mi hanno trovato. Ci sarei andato anche se avessi perso. Si possono fare due calcoli: nei cinque anni in cui ho fatto il consigliere provinciale abbiamo fatto un gazebo a Borgo ogni settimana. Insomma più di 200 uscite solo nel centro della Valsugana. E avverte - il segretario-parlamentare - quel mercato è diverso da quello, per fare un esempio, che si tiene nel capoluogo. Ci arriva gente sino dal Tesino, è un bel modo per tastare il polso a chi abita in quelle zone, purtroppo dimenticate dalla politica provinciale».

Fugatti in un anno percorre con la sua automobile circa 65 mila chilometri in giro per le strade del Trentino. Ma il vero segreto della comunicazione ruspante del Carroccio è il gazebo. Arma da consenso, da presidio e da protesta, agile e diffusa sul territorio: «Ne abbiamo 30, uno per ogni sede territoriale della Lega Nord. Basta una telefonata la sera prima e il mattino successivo c’è un nostro iscritto, referente della zona che ci interessa, pronto ad aprire il gazebo. Tutta opera di militanza, di volontariato. A Borgo per esempio abbiamo la nostra base logistica per il gazebo nella cantina di casa di Stefania Segnana, a sua volta divenuta parlamentare domenica. Stefania lo tiene ripiegato ma, visto che abita non lontano dal mercato, impiegava poco a metterlo in strada».

Ma se i gazebo restano uno snodo centrale nell’organizzazione della Lega, Fugatti è ora alle prese con un paio di problemi, pratici e politici. Partiamo dai primi: «A fine mese saremo a Roma e dovremo fare i conti con una legislatura che parte, non ce lo nascondiamo con molte incognite, anche sula sua durata. Ci organizzeremo, magari anche evitando di firmare onerosi contratti di affitto a lunga scadenza negli appartamenti della capitale. Noi avremo una delegazione della Lega con mamme con bimbi piccoli che hanno quindi anche queste questioni da affrontare».

Fugatti che ha portato la Lega ad essere il primo partito in Trentino è l’uomo del momento. Il centrodestra lo vorrebbe anche candidato presidente della Provincia, vedendo l’assalto a Piazza Dante come un obiettivo finalmente perseguibile: «Vedremo, dovremo lavorare a livello di coalizione, con l’apporto delle civiche, un metodo che ci ha fatto vincere domenica scorsa e che potrà essere vincente anche ad ottobre. Nei ragionamenti che si stanno facendo credo che uno spetti al Patt. Gli autonomisti hanno la possibilità di sganciarsi dalla sinistra, da un rapporto che la gente non capisce e che è contro le loro radici. Da parte c’è non c’è una pregiudiziale a ragionare con loro attorno ad un tavolo».(g.t.)













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