Il delitto di Villa Lagarina: la moglie omicida agli arresti domiciliari
Simonetta Agostini accusata di omicidio preterintenzionale: avrebbe agito per legittima difesa
ROVERETO. Simonetta Agostini non voleva uccidere il marito Paolo Scrinzi il pomeriggio del 5 ottobre. Per il tribunale del riesame avrebbe agito per legittima difesa e l’omicidio non sarebbe volontario ma preterintenzionale. Tanto che la donna di Villa Lagarina ha lasciato il carcere di via Prati ed ora si trova agli arresti domiciliari in casa della madre.
I giudici trentini, in sostanza, hanno accolto le tesi dell’avvocato difensore Vanni Ceola che aveva presentato istanza al tribunale sostenendo la legittima difesa della donna di 54 anni. Agostini dal carcere aveva raccontato di aver colpito il marito di 64 anni con un coltello nel corso di una lite in maniera del tutto accidentale. Infatti, secondo la ricostruzione dell’episodio fornito dall’ex titolare del ristorante “La cruna dell’Ago”, tra i coniugi era scoppiato un litigio e mentre lui la trascinava verso la camera da letto, lei sarebbe riuscita a prendere un coltello lasciato su una stufa. Poi nel momento in cui i due erano finiti sul letto, Agostini si è trovata a cadere sopra di lui: in quel momento lo avrebbe colpito, senza comunque intenzione di ucciderlo, con quell’unica coltellata risultata fatale.
Può essere successo davvero così e non come in un primo momento aveva sostenuto Agostini la quale aveva affermato di essere andata in cucina a prendere il coltello per poi colpire Paolo Scrinzi su un fianco quando lui era a letto? Il tribunale del riesame è convinto che la donna non volesse uccidere il marito tanto che parla di omicidio preterintenzionale.
«E’ così, non c’era volontà omicida - afferma l’avvocato Ceola - E lo conferma il fatto che si sia trattato di una sola coltellata, che non sono stati colpiti organi vitali, che subito dopo Agostini abbia chiamato il 118, che i testimoni parlino delle urla di aiuto durante la lite. Per la difesa, non c’è dubbio, la decisione dei tre giudici del riesame è un passo importante per verificare quello che è accaduto in quella casa».
La tesi del tribunale del riesame non collima con quella della procura per la quale si tratta di omicidio volontario. Ma lo stesso tribunale, al pari del giudice delle indagini preliminari, sosterrebbe la tesi che la donna nelle concitate fasi della lite con il marito sarebbe andata in cucina scegliendo, tra gli altri esposti sulla parete, addirittura il coltello che tagliava di più. E come sarebbe stato possibile per Agostini tenerlo impugnato dietro la schina durante gli spostamenti dalla cucina alla camera? Sono tanti gli aspetti ancora da chiarire, come le difficoltà di carattere economico (documentazione è stata sequestrata nella casa di Villa) che sarebbero state all’origine della lite sfociata nell’omicidio.
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