Il Comune studia la tassa sui servizi
Bilancio, i tagli alla spesa non bastano. Domani giunta straordinaria
TRENTO. Archiviata l'addizionale Irpef dopo il «niet» della Provincia, e con in mano finalmente i dati sul patto di stabilità, il Comune di Trento prova a far quadrare il bilancio, tra tagli alla spesa, ritocchi alle tariffe e - probabile - una nuova imposta sui servizi che assomiglia all'Ici. È questa l'ipotesi al vaglio per far tornare i conti. Domani il confronto decisivo in giunta. «Senza un intervento sul patrimonio o sul reddito oggi il bilancio non si chiude», spiegano a Palazzo Thun. La leva fiscale.
L'intervento sul reddito è l'addizionale Irpef, strumento che l'amministrazione ha studiato per mesi: 3 milioni e mezzo di gettito stimato e applicazione graduale per pesare sui redditi medio-alti. Lo stop politico imposto dalla Provincia, che vuole tenere per sé la leva Irpef, ha costretto il Comune a cambiare rotta. E oggi sul tavolo c'è l'«Isco», la nuova imposta sui servizi comunali che la giunta Dellai ha inserito nella manovra finanziaria, dando la possibilità ai Comuni di istituirla a partire dal 2012.
Si tratta di un'imposta legata al finanziamento di polizia locale, trasporto, servizi culturali cultura (biblioteche, musei) e impianti sportivi: sarà applicata alla rendita catastale degli immobili di proprietà, con un'aliquota tra l'1 e il 2 per mille. Escluse le famiglie con una condizione economica (Icef) sotto lo 0,15. Quando fu proposta dalla giunta, lo scorso maggio, l'addizionale Irpef sollevò la critica dei sindacati, preoccupati di andare a pesare ancora una volta sul lavoro e le pensioni, e molti malumori nella stessa maggioranza. Si faccia di tutto - fu la reazione - per evitare di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Ma, dati alla mano, l'amministrazione cittadina si trova oggi di fronte a un bivio.
«Niente sarà più come prima, ma la gente fatica a capirlo», aveva avvertito il sindaco Andreatta a inizio settembre, delineando il quadro economico. Che oggi, alla luce del Protocollo di finanza locale firmato dai Comuni con la Provincia, è più chiaro: ai 5-6 milioni di minori dividendi dalle società partecipate si sommano gli 8,5 milioni del patto di stabilità per il risanamento dei conti dello Stato; 600 mila euro il buco da coprire per il trasporto pubblico urbano.
I tagli. Il sindaco ha annunciato che non saranno toccati i servizi sociali. Per il resto, ogni settore dovrà fare la propria parte per garantire una razionalizzazione dei costi. Confermato il blocco del turnover e la non sostituzione dei dirigenti che andranno in pensione. Ma per la prima volta in questo bilancio gli interventi sulla spesa si faranno sentire. Allo studio con Trentino Trasporti un intervento di riduzione delle corse degli autobus (escluse le ore di punta). Si interverrà poi sulle biblioteche: due sedi periferiche (Gardolo e Meano) saranno esternalizzate e sarà ridotto di un'ora l'orario di apertura della biblioteca centrale di via Roma, dalle 20.30 alle 19.30. Dopo i tagli dello scorso febbraio a cultura e manifestazioni (Centro S.Chiara, musei, Festival dell'economia, Vigiliane, Cti), ma anche ad Asis e Azienda Forestale, è in arrivo una nuova stretta sui trasferimenti, che questa volta potrebbe riguardare anche le circoscrizioni (che ricevono circa 430 mila euro l'anno).
E ancora: tagli alle consulenze, alle spese di funzionamento degli uffici, alle manutenzioni non necessarie. Sacrifici per tutti, che potrebbero però non bastare a far quadrare i conti. La proposta di bilancio dev'essere depositata entro il 20 novembre. Servono nuove entrate, e se sarà la tassa sui servizi c'è già chi fa notare: «Meglio metterla quest'anno, seppure soft, piuttosto che l'anno prossimo, alla vigilia delle elezioni provinciali».