Il Comune: alcol notturno fuorilegge

Vietata la vendita per asporto in piazza Santa Maria e dintorni. Pattini: «Un freno a chi deturpa i monumenti»


di Luca Marognoli


TRENTO. Scatta il divieto di vendita notturna di alcolici in piazza Santa Maria e dintorni. Il sindaco Alessandro Andreatta ha mantenuto fede alla promessa fatta per combattere il degrado nella zona, una delle più “calde” della città. Il provvedimento - in vigore tutti i giorni, dalle 21 alle 7, in piazza Santa Maria Maggiore, vicolo Morosante, piazzetta 2 settembre 1943 e via San Giovanni - riguarda solo “la vendita per asporto” - precisa l’ordinanza di Palazzo Thun - e non, quindi, le consumazioni all’interno dei bar. Leggendo tra le righe si capisce che i destinatari sono quei piccoli negozi di alimentari aperti fino a notte fonda, dove vanno a fare rifornimento alcuni individui che poi lordano strade e monumenti.

Una misura mirata quindi, che però - si potrebbe osservare - rischia proprio per questo di prestarsi ad impugnative per violazione della libera concorrenza. Intanto si scatena subito la polemica politica, con il consigliere circoscrizionale Jacopo Zannini (L’Altra Trento a Sinistra) che definisce il provvedimento “inutile”, mettendo l’accento sul fatto che il vero problema è lo spaccio. Difficile pensare che vietare la vendita di alcolici dopo le 21 scoraggi gli spacciatori dal frequentare la piazza e gli angoli meno illuminati. Facile invece capire quanto sia un gioco da ragazzi aggirare il divieto, acquistando alcolici durante il giorno e portandoselo nello zainetto - come molti già fanno abitualmente - per ubriacarsi en plein air.

Radicalmente diversa la posizione del Patt, che ha fortemente voluto l’ordinanza mettendola fra le condizioni per garantire la propria fiducia al sindaco Andreatta dopo la bufera nella maggioranza delle scorse settimane. «Il problema invece è anche l’alcol», ribatte a Zannini il capogruppo delle Stelle alpine in consiglio comunale, Alberto Pattini. «In alcuni di questi locali viene distribuita birra a pochi centesimi. E c’è questa banda di spacciatori che si ubriaca dopo il “lavoro”. Sta di fatto che gli escrementi, il vomito e la pipì sulle mura della chiesa sono ricorrenti. Il problema, semmai, è che nell’ordinanza sono stati lasciati fuori alcuni locali in altre vie limitrofe». Pattini spiega che il provvedimento era atteso già in settembre dal Patt, che in questa battaglia non è certo solo: «Quando se n’è parlato in maggioranza, erano d’accordo tutti, anche il Pd».

Quanto all’obiezione che la birra ce la si possa portare anche da casa, contrattacca: «Certo, ognuno può farlo, ma mi chiedo perché imbrattare la chiesa del Concilio e perché i gestori del Picaro, che da tutta questa vicenda sono tra i primi a rimetterci, debbano andare a pulire gli escrementi sulla strada». Al Patt, anzi, l’ordinanza da sola non basta ad “assolvere” il sindaco: «Noi vogliamo che faccia di più. Il presidio della zona è a intermittenza: è stato fatto bene all’inizio, ma ci vuole una presenza più continuativa. La finanziaria della Provincia ha inserito un finanziamento consistente per l’impiego della polizia locale nella sicurezza. E anche nella legge di stabilità ci sono misure analoghe per combattere il terrorismo e rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini: non c’è da meravigliarsi, quindi, se lo si faccia anche qui».

Il divieto resta valido fino al 31 gennaio 2016. Chi non lo rispetterà sarà sanzionato con multe da 250 a 1500 euro. Se la violazione si ripeterà due o più volte, si applicherà la sospensione dell'attività del pubblico esercizio per un periodo di tre giorni lavorativi.













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