Il Centro Santa Chiara ostaggio dei “panchinari”

Giovani senza tetto nè lavoro, spesso ubriachi e “padroni” delle panchine vicino al Commissariato. Due giorni fa l’ennesima lite. I commercianti: «Basta»


di Paolo Piffer


TRENTO. Stazionano sulle panchine davanti al Centro S.Chiara e nei giardinetti retrostanti. Ragazzi e ragazze, ma anche adulti, qualche punkabbestia con cane d'ordinanza. Una compagnia di giro con alcuni attori fissi e altri interscambiabili. E con qualche problema, chi più, chi meno. L'altro pomeriggio in due sono venuti alle mani, probabilmente alterati dall'alcol. Qualche anno fa l'allora sindaco Pacher - in versione sceriffo - “sradicò” le panchine. Durò poco. Gli esercenti dei negozi della zona commentano. Non sono considerazioni univoche. Qualcuno è preoccupato, altri sono più cauti. Però un po' tutti chiedono una maggiore presenza delle forze dell'ordine, continuativa, in funzione deterrente. Vigili di quartiere, poliziotti o carabinieri che siano. Che peraltro passano, e si intrattengono. Per verificare la situazione. Al bar Santa Chiara, Linda non si scompone. «Non danno tanto fastidio. Ogni tanto qualcuno entra e chiede un bicchiere d'acqua, tutto qui. Sono altri i problemi». «Magari, a volte - aggiunge la collega - è qualche straniero che si comporta in maniera maleducata, per così dire». Il più arrabbiato è Nadin, il kebabbaro pachistano che guarda proprio in faccia le panchine e che con i “panchinari” è a diretto contatto, giorno e sera. «La loro presenza mi fa perdere clientela - sostiene - Litigano, urlano, chiedono soldi ai clienti. E gli anziani non si siedono sulle panchine visto che sono sempre occupate. Per non parlare dei giardinetti che stanno dietro. Sono uno schifo, ridotti ad un immondezzaio. In cinque anni, da quando sono qui, ho avuto un sacco di problemi e non si è risolto niente nonostante con Attilio Ravelli della Viennese (il bar pasticceria proprio di fronte, ndr) avessimo cercato di sensibilizzare un po' tutti sulla questione».

Per Marco Franza di Puntoottica «questi ragazzi non danno poi così fastidio. Certo - prosegue - ogni tanto qualcuno capita in negozio in condizioni non proprio ottimali. E allora la preoccupazione, specialmente se in negozio c'è solo la mia assistente, è per eventuali reazioni visto che spesso sono alterati. Qualche controllo in più, con maggiore frequenza, da parte delle forze dell'ordine forse si potrebbe prevedere».

Proprio a fianco c'è il Coiffeur service show di Cinzia Longano che ricorda quante volte abbia segnalato la presenza del gruppo, «che non passa proprio inosservata», ai carabinieri. «E' necessaria una sorveglianza maggiore - continua - In altre città con analoghi problemi le situazioni sono state risolte in maniera decisa. Da un giorno all'altro, da certe piazze e luoghi, personaggi come questi sono spariti». Annuisce Massimo Jami di “Prezzofisso”. «E' indecoroso - attacca - proprio davanti ad un centro culturale molto frequentato, ad un posto di passaggio intenso. In questo modo si rovina l'immagine di una città. Ci vorrebbe un presidio fisso delle forze dell'ordine». Dall'altra parte della strada c'è la coltelleria. Adriana Meneghetti riflette: «Cosa vuole che le dica, questi ragazzi mi fanno una pena infinita. Lo dico da madre - sottolinea - Ma dove sono i genitori?»

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