Il centro diabetologico a rischio: manca personale

Il dottor Gennaro: «Si allungano i tempi delle visite e arrivano situazioni disperate con il piede diabetico». Ieri 700 controlli, un uomo portato al pronto soccorso


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Almeno una decina di persone che ieri (sulle circa 700) si sono sottoposte al test per il diabete non sapevano di essere soggetti “ad alto rischio”. E nemmeno si immaginava di finire al pronto soccorso quel signore di mezza età che ha fatto sobbalzare sulla sedia le infermiere e il medico al responso del controllo: il valore della glicemia è risultato 522, quasi cinque volte di più dei valori ritenuti “nella norma”. «Ecco a cosa serve il controllo della glicemia come quello che stiamo facendo oggi, nella giornata mondiale del diabete: molte persone si scoprono a rischio o malate di diabete senza saperlo, perché questa è una malattia subdola, perché spesso i sintomi vengono sottovalutati se non addirittura nemmeno presi in considerazione. Gli ammalati sono in costante aumento ma sembra che il problema diabete non venga preso in dovuta considerazione nemmeno dai responsabili della sanità provinciale» afferma il dottor Renzo Gennaro, responsabile dell’ambulatorio diabetologico dell’ospedale di Rovereto, l’unico in tutta la provincia che ha avviato il progetto “piede diabetico”.

«Da un rilevamento effettuato in tutta Italia è emerso che in Trentino i malati di diabete sono 25.555, il 4,9% di tutta la popolazione (il 10% sopra i 30 anni, il 20% sopra i 50) sotto la media nazionale del 6,2%. Ma in realtà il dato è fuorviante solo perché in altre realtà si scova prima il diabetico, mentre da noi i veri diabetici sono sottostimati. In Trentino ci sono meno obesi, si è curato meglio il colesterolo, si è lavorato molto bene per la pressione... ma molto, molto meno si è fatto per il diabete. Le strutture sono inadeguate - afferma il dotto Gennaro - e qualcosa non quadra. Per il “piede diabetico” arrivano situazioni disperate, pazienti e medici sottovalutano situazioni che poi sono difficili da curare. Spesso i servizi di diabetologia sul territorio funzionano mezza giornata, qui da noi sono io più una dottoressa che lavora in reparto e ci segue per un quarto del suo tempo. E i tempi per le visite si sono allungati: qualche anno fa eravamo sui 4 mesi ora siamo sugli 11: cerchiamo di reggere il più possibile con il team nostro ma abbiamo carenze di personale sia medico che infermieristico. Si fanno salti mortali ma i tempi di visita si allungano con gravi rischi per i pazienti».

Una patologia in aumento, quella del diabete, confermata dal vicepresidente dell’Associazione volontari per la tutela dei diabetici della Vallagarina Franco Cescatti: «Oltre 5.000 gli ammalati che temono per il loro futuro. Noi siamo inascoltati, ma come associazione ci stiamo battendo affinché il servizio venga ulteriormente migliorato. Non è concepibile che Rovereto perda una delle sue eccellenze. Lo faremo sapere al prossimo assessore provinciale alla sanità: non molliamo la nostra battaglia...»

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