Il caos dell’Imu dagli sfitti all’F24
Filo diretto dei lettori con l’assessore ai tributi Condini per risolvere i mille dubbi sul pagamento dell’imposta
TRENTO. Un pacco di carte così: norme, circolari, interpretazioni, suggerimenti, aggiunte, ritocchi. E la sensazione nemmeno tanto nascosta che l’Imu sia una tassa ingiusta. Così si è presentato ieri in redazione l’assessore ai tributi Fabiano Condini assieme ai funzionari dell’ufficio comunale. L’obiettivo era quello di aprire un canale diretto con i cittadini alle prese con l’applicazione dell’Imposta municipale unitaria. E le tante telefonate hanno chiarito che in effetti la nuova gabella del governo Monti per ripianare i conti derelitti dello Stato non è stata studiata proprio per agevolare i contribuenti. «Noi abbiamo provato a dare una mano - ha detto l’assessore - facendo i calcoli e mandando a casa l’F24 per il pagamento ma il legislatore ha pensato ad una tassa che ognuno avrebbe dovuto calcolarsi. Quindi non è andato molto per il sottile».
Come non è andato molto per il sottile nel fare distinzioni di giustizia nell’applicazione. «Ammettiamolo - dice Condini - questa è una patrimoniale bella e buona, non si tratta di un’imposta. Storture ce ne sono, e anche belle e buone ingiustizie, ma noi come Comune abbiamo pochissimi margini di manovra».
Una nota positiva, se vogliamo trovarla in questo salasso, arriva da una mezza promessa strappata all’assessore. Il quale si è sbilanciato nel dire che quasi certamente non si ricorrerà al ritocco di fine anno, così come la legge consentirebbe. Il nodo era legato soprattutto ai conti legati agli appartamenti sfitti, che sono circa un migliaio sul territorio comunale. L’interpretazione sul termine “sfitti” non è univoca e comunque vi sono parametri piuttosto larghi (oltre alla determinazione temporale dei due anni di inutilizzo). Insomma, da qui il Comune non pretende di fare l’incasso principale e quindi non saranno questi i numeri che faranno sballare il conto finale. «La scelta di penalizzare gli alloggi sfitti - spiega - fa parte della politica di questa amministrazione. Infatti la stessa strada era stata scelta per l’Ici, ma diciamo che vale soprattutto come messaggio politico. Di sicuro non andiamo a penalizzare, che ne so, l’appartamento rimasto fuori tre mesi fra un contratto di affitto e un altro».
A due settimane dalla scadenza del primo pagamento, i dubbi sono ancora molti. Decine le telefonate per chiedere chiarimenti direttamente all’assessore, altrettanti i casi “strani” che impongono ai funzionari di fare acrobazie tra norme e circolari. E come non bastasse, gli aggiornamenti sono continui visto che nel resto d’Italia moltissimi Comuni non hanno ancora fissato le aliquote. «Noi abbiamo fatto il possibile - dice l’assessore - mandando a casa i conteggi. Forse non arriveranno a tutti perché nei casi più complessi e non certi abbiamo preferito esimerci. In quel caso gli uffici sono a disposizione per valutare caso per caso». Tra i dubbi anche quello del numero delle rate. Assolutamente due, giura Condini, anche perché il conguaglio di fine anno può effettivamente sanare modifiche in corso d’opera. Per la prima casa c’è anche la possibilità delle tre rate: ora entro il 18 giugno, poi in settembre e infine a dicembre. Ma il Comune di Trento nel suo F24 ha preferito la strada delle due rate: non c’è alcuna convenienza a dividere per tre, soprattutto perché in linea di massima l’Imu sulla prima casa con tutte le detrazioni non è insostenibile. Qualche lettore si è pure preoccupato del costo dell’F24, ritenendo quindi inutilmente costoso diluire il pagamento. Condini ha chiarito che il pagamento attraverso questo modello è gratuito a meno che la banca non abbia disposizioni diverse nel rapporto contrattuale col singolo cliente.
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