Il «Bruno» in via Papiria? «Solo se si mette in regola»
Animata discussione in circoscrizione sullo spostamento del centro sociale E c’è chi sottolinea che il nuovo stabile era stato dichiarato inagibile 4 anni fa
TRENTO. Il centro sociale Bruno torna a far discutere e questa volta è il consiglio circoscrizione del Centro storico ad accendersi attorno alla questione del suo possibile trasferimento a Piedicastello, in via Papiria. «Una decisione presa senza interpellare la circoscrizione e di cui consiglieri sono venuti a conoscenza a cose fatte» osserva Michele Marchetti, accusando il Presidente Melchiore Redolfi di aver preso contatti in merito per conto suo sia con Claudio Bortolotti Presidente della Patrimonio spa – proprietaria dell’immobile ex dogana attualmente sede del centro sociale Bruno – che con il Comitato di Piedicastello. «Io non ho mosso un dito, né proposto nulla, né tantomeno mi sono interessato alla cosa senza voler intenzionalmente tenere all’oscuro il consiglio – ribatte Redolfi - Ho semplicemente messo a disposizione la sala della circoscrizione, come sempre fatto per qualsiasi altra associazione, del Comitato e dell’ingegner Bortolotti per un primo incontro sul possibile trasferimento del centro sociale Bruno in via Papiria».
Ma le argomentazioni contro il trasferimento del centro sociale Bruno non si sono fermate qui. «Non c’è alcuna contrarietà nei confronti delle attività portate avanti dal centro sociale – spiega Marchetti – Sono il modo e la forma ad essere messe in discussione, nel momento in cui da 7 anni esiste un luogo dove si suona e organizzano eventi senza pagare siae, affitto o mutuo, iva, irap, contrariamente a quanto sono tenuti a fare gli altri esercenti». Un suggerimento arriva quindi dallo stesso consiglio. «Dialogare con i ragazzi del Bruno se e solo se il centro sociale si costituisce in associazione, come già accaduto in altre città italiane ad esempio a Milano con il Leoncavallo» propone Giuliano Andreolli (Pd).
Il consigliere Michele Condini (Patt) ha inoltre osservato come il luogo eventualmente destinato a ospitare la sede del Bruno sia lo stesso dove 4 anni fa sono state fatti evacuare forzatamente gli inquilini per motivi di inagibilità: «Mi sembra poco rispettoso nei confronti di queste famiglie, alcune delle quali composte da persone anziane, al tempo costrette ad andarsene contro la loro volontà». Approvata quindi, alla fine della discussione, un’interrogazione lunedì scorso in consiglio con la quale si chiede alla Giunta comunale se sia già stato deciso che il Bruno sarà spostato in via Papiria e se l’edificio predestinato sia a norma, con premessa indispensabile per un eventuale trasferimento che il centro sociale Bruno si costituisca in associazione con tutti i diritti, i doveri e le responsabilità che ne conseguono.
Espresso inoltre parere favorevole nei confronti dell'integrazione al programma culturale della città di Trento presentato dall'assessore Lucia Maestri e della intitolazione dello spazio tra la Basilica di San Lorenzo e la stazione dei treni in «Piazzetta Filippo Foti ed Edoardo Martini», uccisi da una bomba il 30 settembre 1967 proprio alla stazione di Trento.
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