Ianeselli: «Atto ostile verso la città». Carli: «Una follia»

Trento. «Trento è una città turistica. Lo è diventata, lo rimarrà e faremo tutto quanto in nostro potere per aumentarne ancora l'attrattività. Questo di Fugatti e Failoni è l'ennesimo atto di...



Trento. «Trento è una città turistica. Lo è diventata, lo rimarrà e faremo tutto quanto in nostro potere per aumentarne ancora l'attrattività. Questo di Fugatti e Failoni è l'ennesimo atto di ostilità contro la città. Basti pensare a quanto già fatto con i richiedenti asilo, trasferiti dalle valli e spostati tutti su Trento». Per Franco Ianeselli, candidato del centro-sinistra alle comunali, la giunta Fugatti ha fatto una scelta dettata da ragioni estranee al bene comune. «In città - dichiara al “Trentino” - c'è una giusta indignazione contro chi anche questa volta punta a dividere, premiando alcuni territori e punendo Trento e Rovereto. Chi governa deve invece pensare ad unire il Trentino, e mai a mettere gli uni contro gli altri».

L’ex leader della Cgil è intervenuto sulla questione anche in un lungo post online. “Primo, mai prendere in giro i lavoratori. Gli uffici della Provincia hanno già segnalato alla giunta che la proposta è illegittima da un punto di vista costituzionale perché la competenza sul tema è dello Stato e non della Provincia. Secondo, Fugatti e Failoni dichiarano che la nostra Trento non è città turistica. Probabilmente 1 milione e 300 mila visitatori l’anno si imbattono nella nostra città per caso e non per le sue bellezze e la sua attrattività. Io penso che la conciliazione vita-lavoro sia un tema centrale. A livello provinciale si deve lavorare per ottenere la competenza in tema di aperture, attraverso la Commissione dei 12 e una norma di attuazione, e trovare un accordo con le categorie e i sindacati per regolare le aperture e valorizzare chi lavora la domenica».

Ricorre al linguaggio metaforico, rispolverando un’icona malossiniana divenuta celebre, il candidato centrista Marcello Carli: «Esiste dal 1989 un logo provinciale unico per fare marketing territoriale; che dobbiamo fare? Tagliare la farfalla a metà? O il Trentino è turistico o non lo è».

«Dividere i comuni in due, ed addirittura escludere Trento e Rovereto dalle zone turistiche è per me senza alcun senso. Il tema delle aperture domenicali deve essere sicuramente materia di negoziato sindacale, per difendere le legittime aspettative ed i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, e delle altrettanto legittime aspettative degli operatori del commercio. Ma, alla luce della vocazione turistica di tutto il nostro territorio, decidere su questa materia per legge non ha davvero senso, particolarmente in relazione alla strategia di marketing territoriale consolidata negli anni. 1.250.000 presenze a Trento non sono sufficienti per classificare Trento zona turistica? Forse allora nemmeno Roma lo sarebbe, secondo questo folle criterio selettivo adottato dal legislatore provinciale. E poi ancora: dopo tre mesi di chiusura forzata causa Covid, ed una ancora attuale limitata possibilità di accesso alle attività per ragioni di profilassi, un’altra limitazione? Con cosa pensiamo di aiutare il commercio a rimettersi a posto?».

Alessandro Baracetti, il candidato del centro-destra a trazione leghista, difende la linea del governo provinciale, ma usando toni pacati: «Ritengo che il focus non sia se Trento abbia o meno vocazione turistica. La normativa risponde ad una filosofia volta al recupero della qualità della vita consentendo il giusto contemperamento tra vari interessi. Resta il fatto che è possibile gestire 18 aperture festive: l’intervento normativo non è depressivo ma di indirizzo. Sono convinto che si possa creare l’ottima convivenza tra le ragioni di vita, di convenienza e di sviluppo in una prospettiva ‘de iure condendo’». L.M.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza